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giovedì 17 aprile 2008

Chi fu Prodi?



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Uso il passato remoto perché ormai si deve parlare di un uomo che caratterizzò un periodo da studiare nella storia contemporanea, forse da archiviare, con molti dubbi e molti contrasti.
La colpa di Prodi, se colpa può essere definita, fu quella della sua caparbia determinazione di entrare a tutti i costi, subito e non in ritardo, nella moneta comune europea.
Ciò ci fece molto male e forse ci costrinse a scelte nefaste: sicuramente il cambio, imposto all'ora, di 1936, 27 Lire per una moneta europea, fu eccessivo.
Ci costò troppo questa moneta unica e ci costa ancora: la speranza di Prodi fu quella che solo con una valuta forte l'Italia si sarebbe rinnovata e modernizzata.
Il risultato fu terribile ed è sotto gli occhi di tutti: abbiamo avuto una crescita economica stentata, fiacca, al contrario degli anni della gloriosa e debole liretta.
Questo non fu l'unico errore del Professore: la sua visione dell'economia forse è legata a un Italia che non c'è più, quella del parastato, quando esistevano le grandi aziende, anzi mastodontiche società ad azionariato pubblico, che davano lavoro, trascinavano la crescita di piccole e dinamiche attività artigianali o della piccola industria.
Erano le grandi fabbriche con operai sindacalizzati, impiegati spesso frustrati, dirigenti potenti e ammanicati con i politici, con i poteri forti, legali ed illegali.
Tutto questo poi fu riproposto in diverse realtà del Pubblico Impiego, come le Agenzie, ma pure nei comuni e nelle Aziende Sanitarie, gestite dalle regioni: i risultati sono sotto gli occhi di tutti e non servono commenti.
Per rinnovare il Paese era necessario riformare il Pubblico Impiego, rendendolo dinamico, sconfiggendo i burosauri, ovvero i burocrati che terrorizzano il capitale estero, fanno fuggire le imprese nazionali nell'Est Europa e soffocano le piccole imprese.
Veltroni per la prima volta ha posto il problema della riduzione delle leggi e delle numerosissime circolari ministeriali, delle intricate procedure burocratiche.
Pure Berlusconi continua a promettere snellimenti nell'apparato statale, ma il coraggio di mettere mano nello Stato, tagliando mostri, sgorbi e sperperi non so proprio chi lo possiede.
Arduino Rossi

sabato 26 gennaio 2008

La fine dell'epoca Prodi



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E' terminato un governo che, per libera scelta di Prodi, non dovrebbe avere un bis: poteva presentarsi dal Presidente delle Repubblica, cercando di ottenere un secondo mandato, ma questa volta il Capo del Governo ha preferito lo scontro, stanco di compromessi, che potevano solo allungare un'agonia politica, a danno del Paese.
Bisogna riconoscere a Prodi, in questa occasione, il valore e l'intelligenza politica di una scelta corretta: non sarebbe servito proseguire con una maggioranza con un solo voto in più al Senato, il sistema parlamentare sarebbe stato bloccato.
Ora bisogna attendere cosa e chi prenderà il suo posto: le ipotesi sono per un governo tecnico, con lo scopo di fare una riforma elettorale.
E' quella famosa ed attesa riforma che non arriva mai: ora non si sa quale maggioranza riuscirà a trovare un accordo, ma temo, che scaturirà una forma di governo a larghe intese.
Le elezioni sarebbero troppo dispendiose, non solo per il costo dell'apparato necessario alla consultazione, ma soprattutto per il tempo perso, in questa fase di pre recessione: non ci possiamo permettere di non decidere.
Ora vedremo cosa uscirà, ma sarà facilmente un governo di centro, o quanto meno dominato dal centro.
Senza ipotizzare stranezze, è facile immaginare qualcosa di insolito per altri Paesi democratici, ma da tempo conosciuto in Italia.
Pochi si sono accorti che già con il parlamento ottocentesco c'era qualcosa di simile, con un potere ....elastico: Agostino Depretis fu lo statista più abile del secolo XIX.
Fu capace di tenere assieme personaggi e interessi differenti: ebbe ben 9 mandati e rimase il regista del potere parlamentare dal 1876 al 1887.
Arduino Rossi

Prodi ha finito di governare



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E' terminata l'era del professore bolognese?
Forse ci sarà un nuovo governo bis, forse i tempi per un governo di larga intesa non è giunto: sicuramente non si andrà alle elezioni presto, dopo una prima crisi di governo.
Che coalizione ci sarà?
Il centro e l'UDC stanno trattando con il centro sinistra?
La sinistra radicale dove andrà? Resterà all'opposizione e inizierà a manifestare, a protestare contro?
Si vede che il Paese è sempre di centro: il centro in questione è quello che dovrebbe essere costituito dal ceto medio, con interessi ed ideali diffusi, tutti moderati e quasi sempre pacifici.
Il 90% degli italiani si sentono di ceto medio, anche se non lo sono per motivi economici.
Non amano gli estremi e gli estremismi, siamo uno dei pochi Paesi in Europa che non ha conosciuto una rivoluzione: il massimo della sovversione per noi fu raggiunto dalla Carboneria per l'Unità d'Italia.
Siamo gente tranquilla ed è una bella cosa: non crediamo che gli eventi possano mutare tutti assieme e per questo ci impegnano a ...conservare, nel bene e nel male, tutto ciò che si può salvare.
Mastella si riciclerà e con chi?
Il futuro governo dei tecnici, fatto da professionisti non politici, arriverà o no?
La classe politica riuscirà a fare una riforma elettorale che ci assicuri uno Stato solido, o almeno stabilità politica dopo le elezioni per qualche decennio?
I quesiti sono parecchi e temo che si riuscirà a dare risposte con questa legislatura: un fatto è certo, sono tanti i poteri che si stanno agitando sotto il mare della politica nazionale.
Arduino Rossi

sabato 12 gennaio 2008

Prodi è sempre a rischio, ma non troppo

Il governo Prodi potrà cadere per gennaio?
Sino ad oggi non si è ancora riusciti a passare dalla Prima Repubblica a una Seconda Repubblica, questa attuale nessuno ha il coraggio di definirla la nuova Repubblica Italiana: non è né maggioritaria, né proporzionale, né federale, né accentrato a Roma.
Silvio Berlusconi come sta?
Se cade il governo Prodi vede sicuramente allontanarsi la riforma radio televisiva e se ne parlerà alla prossima legislatura, salvo qualche tradimento della sua coalizione, che lo spiazzerebbe ancora: questo in passato è già capitato.
Dicono i cinesi: "Grande è la confusione sotto il cielo!"
Noi italiani, per quanto riguarda situazioni caotiche e intricate, siamo dei veri maestri ed è sempre difficile prevedere il futuro politico.
Voglio osare, anche senza avere con me una sfera di cristallo: non credo che Prodi cadrà a gennaio, non subito almeno.
Tutte queste dichiarazioni di guerra servono probabilmente a favorire un rimpasto di governo, a spingere a destra o a manca la politica governativa.
Il risultato finale è il solito: abbiamo un crescente sentimento di ostilità contro la politica, stato d'animo che con il tempo potrebbe diventare pericoloso.
Abbiamo i soliti giochi, da corte bizantina, nei palazzi del potere.
Arduino Rossi

sabato 8 dicembre 2007

Prodi e il potere

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Arduino Rossi

Prodi resterà al potere ancora un po', forse mesi, forse tutta la legislatura.
Cadrà quando avrà esaurito le sue funzioni?
Forse Prodi dovrà andare a casa, come sperano le opposizioni, quando qualcuno si accorgerà che lui e altri come lui sono un po'....superati.
Cosa non va nell'attuale maggioranza di governo?
Cosa non andava nella precedente coalizione al potere?
Non c'è un governo attento alla realtà attuale: la grande zavorra che appesantisce il Paese è ...la burocrazia.
Anni fa Berlusconi aveva promesso di ridurre il numero delle tasse a una decina, di semplificare tutta la normativa, di rendere efficiente e razionale l'apparato burocratico.
E' certo che, per modificare in modo sensato un mondo formato da centinaia di migliaia di leggi e cavilli legali, milioni di interpretazioni e tonnellate di circolari chiarificatrici occorrerebbe una rivoluzione, non una violenta sommossa popolare, ma un'intelligente ristrutturazione degli uffici.
Servirebbero pochi principi: il primo è quello di semplificare tutto per non ostacolare e complicare la vita, inutilmente, a chi agisce nel mondo dell'imprenditoria.
La seconda è quella di dare uno scopo valido ogni atto pubblico, finalizzandolo a qualcosa di utile, come controlli contro l'evasione fiscale, o per proteggere l'ambiente e il patrimonio artistico,.....
Dovrebbero scomparire tutte le norme che sono ormai sorpassate, che servono solo a dare lavoro agli impiegati, tanto per dare qualche stipendio in più.
Davanti a queste situazioni la risposta della politica è stata quella di proporre una legge non molto chiara su Internet e i blog: qualcuno ha urlato, parlando di attentato alla libertà di opinione.
Sinceramente le guerre tra De Magistris e Mastella ci distrae da altri problemi: la questione giudiziaria di Mastella terminerà fra anni.
E' questo il dramma nazionale: qualsiasi causa, qualsiasi atto pubblico si blocca, è rallentato da mille procedure, spesso senza nessuna utilità pratica.
Se la giustizia fosse rapida potremmo avere un'archiviazione o un processo per Mastella entro pochi mesi.
Così sapremmo chi è calunniato e chi è nel torto.