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lunedì 14 luglio 2008

Non vi è mai capitato di litigare con un imbecille?



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Sì, uno di quelli che sembrano persone un po' colte, ma con un'aria da saccente, un disprezzo profondo verso tutto il resto del mondo.
Sì, un paranoico marcio, di quelli che ti chiedi, quando ne incontri uno, perché hanno chiuso i manicomi.
.Costui urlava, insultava con parolacce chi non la pensava come lui: la parola preferita era co….e, oppure ignorante, analfabeta.
Non sto parlando di qualche nostro politico: questo signore disprezzava pure loro.
Possedeva una pignoleria ossessiva: analizzava ogni parola detta, valutava ogni doppio senso, da professorino della penna rossa, che non intendeva il senso complessivo del discorso, ma si perdeva in inezie banali.
Alla fine dei discorsi provocatori, delle mezze minacce, del desiderio di far sapere che lui era un uomo importante, si presentò: che delusione terribile, era un docente universitario di qualche materia storica o simile.
Le domande che mi sono girate e rigirate nella testa sono state tante.
Come è possibile che un individuo così instabile psicologicamente abbia a che fare con dei giovani?
Come può insegnare un personaggio simile?
Dovrebbe essere curato.
Come è riuscito a vincere il concorso?
Cose è stato possibile che si sia laureato un personaggio simile?
Chi gli ha fatto fare carriera?
Le risposte le abbiamo in mente tutti, ma tacciamo, se non vogliamo essere querelati per calunnia.
Arduino Rossi

sabato 24 maggio 2008

Imbecilli via Internet



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Mi è capitato di dover fare una polemica con un tizio, via Internet, che pretendeva di negare l’evidenza, volendo aver ragione a tutti i costi.
La questione era quella degli Sciiti che combattono contro i Sunniti: l’imbecille, così si può chiamare, faceva un suo monologo, si faceva le domande e le risposte da solo.
Sosteneva che io avessi affermato fatti lontani dal mio pensiero, che volessi dire questo o quello.
Il fatto in se stesso è squallido: un po’ mi vergogno di essermi inalberato con un personaggio simile.
Quello però che ne è uscito è l’esempio di un certo tipo di discussione, in questo caso era pure scritto e per tanto si poteva mediare l’emotività spontanea tipica di una diatriba verbale.
Il contrapporsi a qualcuno perché è il simbolo di qualcosa, non per le idee espresse, ma per preconcetti ridicoli, è veramente demenziale.
Il personaggio era italiano e si definiva laico, pacifista.
In quel caso io non avevo nulla di particolare contro gli Sciiti: non li avevo giudicati brutti, sporchi e cattivi.
Anzi avevo pure difeso, in un certo senso, i mussulmani iraniani: li avevo inserito in un’analisi complessa, di fatti e Stati diversi, dove gli Sciiti erano una componente.
Il fanatismo rende proprio cechi e fa vedere nemici pure dove non esistono.
Alla fine ho lasciato perdere, assecondandolo: dalle mie parti si dice che la ragione la si dà ai matti, mentre a Napoli la si dà ai fessi.
Arduino Rossi