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lunedì 31 marzo 2008

Rave party e i fiumi di droga spaventano.



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Scusate, ma sono storie già viste e pure i finali sono già scritti: una minoranza di questi ragazzi si perderà, mentre la maggioranza continuerà con qualche mal di testa, a lavorare a studiare, si diplomerà, si laureerà e si rifarà una vita.
Ricorderà spesso con vergogna, qualche volta con nostalgia, quel periodo turbolento della sua esistenza, ma non rifarebbe più certe esperienze, che invece toccheranno ai figli, forse.
Dai giovani ribelli spesso escono maturi conservatori, invece tra i "perduti" qualcuno entrerà in comunità e ritornerà con un mestiere e una nuova vita, altri non ce la faranno e moriranno prima dei 40 anni, dopo lunghe tribolazioni.
Pure le polemiche sono antiquate: ci sono gli amici dei giovani, quelli che li capiscono, magari per un voto in più.
Gli amici dei genitori invece parlano con determinazione e coraggio, ma non faranno molto contro il ribellismo di questi adolescenti mai diventati adulti.
Pure io ebbi dei compagni di giochi che entrarono in giri brutti, prima come ribelli, poi come morti viventi della tossicodipendenza, in fine come morti e sepolti.
Perché uno dice no alla droga?
Perché le esperienze dei giovani sono diverse e qualcuno evita certi abusi?
I ragazzi che si salvarono allora avevano un ideale, magari sbagliato, ma lo avevano.
Credevano in qualcosa, in Dio, o altro.
Arduino Rossi

domenica 30 dicembre 2007

Alcool droga e altri vizi nazionali

Esiste un mondo di giovani e meno giovani dediti da anni all'uso dell'alcool e delle sostanze stupefacenti: è un mondo di disperati, di semi idioti, per colpa delle sostanze a cui sono dipedenti, che talvolta pretende di avere dei diritti.
I diritti li hanno, ma solo nel uscire da questi vizia assurdi che creano delinquenza attorno a loro, se non trasformano tali soggetti in delinquenti veri e propri.
Non è solo l'abuso di sostanze stupefacenti, ma è pure l'alcolismo, fenomeno ancora troppo sottovalutato dalle istituzioni, ma causa di troppi incidenti sulle strade, sui posti di lavoro, nelle abitazioni.
Ora pare che una parte del mondo politico vuole autorizzare l'uso anche delle altre sostanze, si dice per sottrarle dal predominio criminale e delle grandi organizzazioni.
Il risultato sarà tragico, ma questo fatto non basta a far alzare la testa a chi vuole questa legalizzazione.
Il problema è che costoro dovranno lavorare, avranno dei figli da crescere: un è padre tossicodipendente ha abbandonato la figlia, che è caduta dalla sinistra, solo ultimamente.
Costoro non potranno guidare l'auto, ma saranno pericolosi pure a piedi o in bicicletta.
Cosa ne faremo di tutti coloro che abuseranno delle sostanze?
La repressione forse non serve, ma un po' di chiarezza e di decisione sarà utile, per non trovarci in un mondo di balordi che combineranno guai a non finire.

Arduino Rossi