venerdì 22 maggio 2009

Brunetta e le pensionate del futuro.

Renato Brunetta ora si interessa di pensioni, anzi di pensionate e vuole fare “una battaglia di libertà”, per “obbedire” alla sentenza della Corte di Giustizia Ue.
Porterà al prossimo Consiglio dei Ministri e direttamente da Berlusconi la sua richiesta di uguaglianza tra i sessi, innalzare nel Pubblico Impiego i 65 anni pure per le donne.
Lui, il terrore dei fannulloni, questa volta vuole difendere le signore: “..è un tormentone che angoscia gli italiani, ma dobbiamo obbedire alla sentenza. Tutti sappiamo che le donne non fanno carriera, che hanno meno salario e che non arrivano ai vertici delle varie professioni.”
Quindi è per dare pari opportunità alle donne, ma pure nel governo c'è qualcuno che se la prende con simpatia: Roberto Calderoli ha semplicemente commentato “Brunetto-scherzetto”, ma il ministro più popolare, almeno così sembra, non si arrende.
I sindacati si sono infuriati e pare che questa volta siano tutti d'accordo nel contestare l'iniziativa: chiaramente la condizione di favore per le donne, se può essere vista tale, riguarda solo il Pubblico Impiego, ma poi potrebbe essere allargata anche al privato, per dare pari opportunità anche in altri settori.
In verità in diversi comparti pubblici la possibilità di andare in pensione sino ai 65 anni, per le donne, esiste già, anzi sino a poco tempo fa si permetteva anche di raggiungere i 67 anni, per entrambi i sessi, su richiesta.
Quando poi si parla di età pensionabile in Italia in tanti vanno in crisi: spesso non è il lavoro che è pesante, ma l'ambiente, i colleghi, la distanza da percorrere per giungere sul posto di lavoro.
La pensione è un sogno che si allontana sempre più e pare quasi irraggiungibile per molti, uomini e donne: ora Brunetta ha parlato di innalzamento su base volontaria dell'età pensionabile delle donne, ma si sa che i volontari in Italia spesso diventano obbligati, in certe situazioni.
Voglio fare due conti: le donne hanno circa una media di vita attuale di 83 anni e una speranza di vita ancora più alta dai 60 anni.
Ora si dovrebbe pagare, mediamente, per almeno 23 e più anni le pensioni alle signore, mentre ai maschietti dopo i 65 rimarranno solo 12 miseri anni per “spassarsela” da pensionati e darsi alla “pazza gioia”, allo “sperpero”, sempre secondo i dati statistici.
E' per questo motivo che il ministro di ferro vuole alzare l'età alle signore?
L'Europa ci impone questo, quello e devo dire che l'obbedienza dei nostri governanti è in alternanza: per le questioni ambientali si minaccia il veto, per le pensioni si obbedisce.
Per Rete 4 invece cosa si fa?
E' meglio non farsi troppe domande altrimenti ci troviamo il simpatico Emilio Fede sul satellite con il suo telegiornale: in fondo Emilio ci dà molto con la sua cortese ...fedeltà.

Cosa ne pensano le donne di questa proposta?
Ho dei dubbi che tale iniziativa risulti molto popolare nell'ambito del gentil sesso, tranne per le più affezionate alla loro scrivania: rischiare di dover trascorrere altri 5 anni in un polveroso ufficio pubblico proprio non le rende entusiaste.
Se questa uguaglianza poi passasse pure al privato la faccenda si farebbe un po' complessa: non è colpa delle donne italiane se campano sempre di più.
Beate loro!
I soldi per le pensioni sono sempre pochi?
Forse la soluzione potrebbe essere nel far cadere il rigido rapporto tra età da pensionati ed età da lavoratori.
Far cadere l'obbligo di andare in pensione a una data età, ma permettere a chi vuole di lavorare regolarmente a qualsiasi età, favorendo pure i rientri provvisori, per brevi periodi, di pensionati che vogliono ancora sentirsi utili, magari arrotondando la magra pensione.
Chi vuole vada, chi non vuole resti e tutti saremo contenti.
Certe esperienze lavorative possono essere sfruttate anche a età avanzata.
Ciò che fa paura è l'obbligo di dover restare in quel dato posto di lavoro, senza potersi muovere, sino alla tomba: vada pure per un innalzamento su richiesta degli interessati, ma non trasformiamo i luoghi di lavoro in reparti geriatrici.
Brunetta prima dà la possibilità di andare un prepensionamento a chi ha 35 anni di contributi, nel Pubblico Impiego, poi parla di innalzare l'età delle donne: io non ho capito dove vuole arrivare.
Vuole svecchiare la Pubblica Amministrazione o la vuole trasformare in un centro per anziani?

Arduino Rossi

Berlusconi ora vuole riformare la costituzione.

Berlusconi ora vuole riformare la costituzione: dopo aver comprato l'Italia, anzi l'Italietta, quella piccola e un po' pidocchiosa, quella che rischia sempre di trovarsi la casa venduta all'asta, o i mobili sequestrati.Sì, quella povera Italia che spende di più di quello che guadagna, che vive credendo alla frottole, se preferite, che crede nelle palle: si copre di fasulle realtà, di patrimoni sempre più sottili, ma il decoro sta al primo posto, compreso i soldini da dare ai bambini i vestiti firmati. per fare bella figura con i compagni.Apparire è importante, lo ha insegnato Silvio Berlusconi che l'immagine è tutto: peccato che Lui i soldi li ha fatti vendendo la sua immagine, guadagnandosi crediti su crediti dal nulla o quasi.Un personaggio simile dove sarebbe finito negli Stati Uniti?Lascio a voi la risposta, ma da noi invece uno così lo mettiamo a governare: noi italiani siamo furbi e poi ci troveremo le tasche vuote.Sarà colpa dei comunisti?Essere pollastri così è una nostra colpa, basterebbe non sentirci furbi come lui quando non paghiamo la multa, tutte le tasse: essere onesti dà dei diritti forti, tra cui quelli di mandare all'inferno i burocrati.Se abbiamo Berlusconi al governo e tante tasse, se abbiamo burocrati cretini che spadroneggiano ce lo meritiamo: basterebbe pretendere i nostri diritti da cittadini tutte le volte che subiamo un torto, un ritardo, magari con non risarcimento adeguato.Non lo facciamo perché siamo un po' dei conigli, un po' dei furbetti, certamente siamo dei fessi.
Arduino Rossi

Borsa Valori


Ci sono ancora perdite nel mercato azionario: pur con il calo storico, con il ritorno ai valori del 1997, prima che iniziasse a salire in modo contraddittorio, come se fossimo sulle montagne russe, la Borsa perde ancora.
Oggi però la discesa è continua e non si vedono neppure i petrol dollari, forse perché il crollo del prezzo del petrolio ha costretto molti ricchi sceicchi a stringere la cinghia: nonostante le minacce di invasioni di capitali stranieri,magari arabi, il mercato finanziario langue e piange.
Gli speculatori, o una parte di essi, tanto famigerati e tanto disprezzati, ma di fatto sempre con il volto sconosciuto, hanno perso parecchio in queste settimane, con i rimbalzi e i crolli successivi.
E' difficile prevedere come andranno le cose: temo che ci siano ancora cali di assestamento, poi alti e bassi improvvisi, imprevedibili.
Nel 2009 ci saranno delle cadute e forse l'indice Mibtel scenderà sotto i 10.000, poi risalirà, quindi bisognerà giocare sempre con “l'orso”, a ribasso, muovendosi moltissimo, magari grazie ad Internet.
Nel prossimo anno ci sono ottime possibilità di guadagno, ma pure di perdita: bisogna essere molto cauti.
Arduino Rossi

l vento della corruzione soffia ancora?

Tutto gira attorno alla “Romeo Immobiliare”, di Alfredo Romeo, che uscì da Tangentopoli con una condanna a 2 anni e sei mesi, mai divenuta definitiva. Nel 1989 la Romeo Gestioni vinse un appalto miliardario: doveva amministrare il patrimonio di 100 miliardi di Lire del patrimonio pubblico del comune di Napoli. Così il potere di questa società crebbe, stando a cavallo dei due poli politici. Nel 2007 riusciva a gestire 48 miliardi di Euro di immobili di Roma, Milano Venezia e altre città di tutta Italia: questo impero però seguiva rapporti “favorevoli e interessanti” con i politici e gli amministratori, secondo gli inquirenti. Intano i giudici stanno indagando e già pare che si possa allargare l'inchiesta, cercando non solo nella giunta partenopea di Iervolino. I politici si dichiarano sempre estranei agli scandali e non è giusto fare i forcaioli, ma secondo valutazioni internazionali, molto serie, la corruzione costa ai cittadini italiani 50 miliardi di Euro l'anno: la cifra corrisponde ai tagli di alcune finanziarie, che sono spesso molto dolorose per le nostre tasche. I corrotti difficilmente finiscono in carcere: qualcuno dice che la microcriminalità viene lasciata libera di agire per distrarre i cittadini dalla macro-criminalità, che li deruba in modo ben più consistente. Questa tesi è molto pericolosa e non basteranno i richiami di questa o quella autorità a ridare certezze nella gente: le ultime elezioni della regione Abruzzo hanno dimostrato che la sfiducia, espressa con un alto astensionismo, sta crescendo. La corruzione è bipartisan: riguarda i due schieramenti e non sarà la riforma della giustizia che ci libererà da tale malattia. La lontananza dei cittadini dallo Stato, che pare sempre più un feudo privato per molti, cresce sempre di più, come dimostra il successo della campagna del ministro Brunetta, fatta contro le basse rese della Pubblica Amministrazione. Chi parla male della politica, dei palazzi del potere, dei politici diventa popolare, conquista consensi. Si dice sempre che le istituzioni sono lontane dai cittadini, ma è pure vero che tutti noi sopportiamo ingiustizie palesi, chiudiamo un occhio per ogni favoritismo visto. La raccomandazione non si disdegna per un figlio disoccupato: tutti dobbiamo vivere e si tira a campare. Sì, c'è una cultura che favorisce la corruzione: non c'è quasi nulla di illegale per la maggior parte delle persone, ma l'arroganza di certi piccoli amministratori pubblici, di certi faccendieri vicini al potere, la sopportiamo per quieto vivere. Il pericolo che questa rassegnazione, accompagnata da atteggiamenti di anarchismo feroce senza sbocco, ci porti verso forme autoritarie, che per molti potrebbero essere il male minore: l'anti-politica, se non è seguita da riforme e un po' di giustizia, porta sempre verso soluzioni nefaste per la democrazia. I nostri politici onesti dovrebbero iniziare a pretendere di far funzionare gli organi di controllo sugli appalti e non chiudere gli occhi se a essere coinvolto in affari loschi è un personaggio del proprio schieramento. Inoltre c'è la caccia ai tesori nascosti dai corrotti: ci sono organismi internazionali specializzati in questi compiti e si potrebbero dimostrare molto efficienti nel recuperare i bottini celati pure all'estero. Anche se sarà solo una parte che ritornerà nelle casse delle amministrazioni comunali e pubbliche si darebbe fiato alla nostra economia in grave difficoltà. Non chiedo le impiccagioni pubbliche, ma almeno l'estromissione dei pubblici uffici dei colpevoli, sperando di ottenere sentenze definitive per almeno qualche colpevole. Pretendo troppo?Arduino RossiBrunetta e le pensionate del futuro.I piccoli delinquenti di periferia e non solo, crescono: era, sino a pochi anni fa, una caratteristica di alcuni Paesi con forte immigrazioni e parecchia emarginazione.I ragazzini violenti stanno arrivando pure da noi e le teorie sociologiche sono belle e pronte per impedire alla gente onesta di difendersi: i ragazzini più deboli, gli anziani soli, le donne sole rischiano sempre più e ai sociologi di turno questo non interessa.In genere, anzi sempre, loro vivono in quartieri ben protetti dalla polizia, che da noi è pubblica: un fatto che mi ha stupito sempre è la mancanza di delinquenza in zone ricche delle città, dove vivono i milionari in ville senza nome accanto al campanello del cancello.I gruppi di violenti scorrazzano invece proprio dove è loro concesso, tra la povera gente: si vede che per gli strizza cervelli nostrani, per i politici, specialmente di sinistra, essere poveri è una colpa su cui scaricare il marcio.Oppure si interessano di certi fenomeni come si studiano le scimmie, le formiche e i relativi comportamenti: dietro certi atteggiamenti esiste un grande razzismo che oso definire fascista, ma spesso è un fascismo di sinistra, il peggiore.Così i violenti possono agire, specialmente se minorenni e picchiano, rubano, violentano, ma poi sono prontamente perdonati da una giustizia fiacca, da un buon senso piccolo borghese, tanto piccolo.Le vittime stanno a subire e per loro ci sono teorie che li possono consolare.
Arduino Rossi

Fini, l'uomo giusto al momento giusto


Fini, l'uomo giusto al momento giusto.Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, alla conferenza per il settantesimo anniversario delle leggi razziali, del 1938, organizzata a Montecitorio non risparmia neppure la Chiesa Cattolica: "L'ideologia fascista non spiega da sola l'infamia delle leggi razziali. C'è da chiedersi perché la società italiana si sia adeguata nel suo insieme alla legislazione anti-ebraica e perché, salvo talune luminose eccezioni, non siano state registrate manifestazioni particolari di resistenza. Nemmeno, mi duole dirlo, da parte della Chiesa cattolica".Non si limita quindi ad accusare il regime, ma va oltre: "...oggi fare seriamente i conti con l'infamia storica delle leggi razziali significa avere il coraggio di perlustrare gli angoli bui dell'anima italiana Il che vuol dire sforzarsi di analizzare le cause che la resero possibile in un Paese profondamente cattolico e tradizionalmente ricco di sentimenti di umanità e di solidarietà......l'anima razzista che il fascismo rivelò pienamente nel 1938 ma che era comunque già presente nella esasperazione nazionalistica che caratterizzava il regime".Queste frasi hanno provocato reazioni ostili nell'ambito cattolico, da destra, ma anche qualche consenso da sinistra, dal PD: Fini quindi sorprende sempre con le sue affermazioni, che non si attendono da un uomo di destra, ma certamente sono congeniali e adeguate a una personalità politica di stampo europeo, a un leader moderno.Questo schierarsi con quelle forze ostili e critiche alla Chiesa, per la sua mancata denuncia dell'Olocausto, lo pone inevitabilmente al di sopra delle parti: Fini si è esposto troppo al centro, se non a sinistra e ha le carte in regola per conquistare il cuore moderato del Paese, per trattare con le opposizioni, per mostrarsi alla diplomazia internazionale in linea con le tendenze “più in voga”.Israele è in conflitto con il Vaticano per la questione di Pio XII: chiaramente le faccende antiche hanno risvolti nell'attualità.Il Vaticano cerca di mantenere buoni rapporti con i Paesi islamici, mentre Israele è molto vicino ai gruppi di potere filo americani, alla finanza e alla cultura laica: si vuole utilizzare la Storia per “indirizzare” il presente.Fini ha fatto la sua scelta?Fini è il delfino di Berlusconi nel Pdl?Certamente lo scontro tra laicisti e filo cattolici nella maggioranza potrebbe rimettere in discussione vecchie alleanze.Il dopo Berlusconi, che prima o poi arriverà, ci rivelerà delle sorprese?Già Bossi si è avvicinato al Pd per il federalismo, che non sboccia mai, nonostante le promesse.I giri di Valzer dei nostri politici si fanno interessanti: il potere comporta sempre cambiamento di scenario, di alleanze, è la democrazia.Certamente le parole di Gianfranco Fini, che vede nel fascismo il male assoluto, non saranno piaciute a quella destra ancora con qualche velleità, con nostalgie mal celate del passato.Avremo Fini Presidente della Repubblica, di una repubblica presidenziale alla francese?E' nota la simpatia dell'uomo politico verso il sistema presidenziale: la sua lunga marcia verso il centro del potere politico prosegue e non è da escludere il suo successo completo in futuro.C'è solo un piccolo dubbio, l'Italia non è come la Francia e neppure come gli Stati Uniti: qualcuno sostiene che siamo arcaici, poco laici, costretti a subire l'influenza del Vaticano.Abbiamo pure uno scarso sentimento nazionalista, c'è poco orgoglio di essere italiani, tranne quando gioca la Nazionale di calcio: soffriamo di esterofilia, non ci sentiamo rappresentati dai nostri uomini politici, eletti da noi.Temo che la lunga marcia di Fini e del suo partito, dal MSI ad Alleanza Nazionale, sino alla fusione con Forza Italia, per generare il Pdl, alla fine manderà in rotta di collisione le componenti trasformate con quelle solo truccate, ancora ferme ai vecchi ideali: noi italiani siamo da sempre conservatori e amiamo cambiare tutto per non mutare niente, come insegnò Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel suo romanzo “Il Gattopardo”.
Arduino Rossi

Le scarpe di Bush


L'ultima battaglia di Bush è contro le scarpe.Il giornalista iracheno Muntazer al-Zaidi ha scatenato un putiferio per il suo “attentato” alla testa dell'uscente presidente statunitense: in migliaia sono scesi in strada a Baghdad per chiederne la liberazione dopo l'arresto.George W. Bush ha evitato prontamente, bisogna ammettere, le scarpe del cronista, che voleva colpirlo direttamente al capo.L'attentato al “vertice mondiale” ha scatenato ironia, risate e tanta solidarietà con il giornalista responsabile dell'atto: i siti web e i blog arabi sono zeppi di commenti favorevoli.Youtube è stato invaso da migliaia di video dell'azione del giovane cronista iracheno: in molti ne chiedono la liberazione.Si è scomodato Khalil ad-Dulaymi, avvocato del presidente iracheno, impiccato da tiranno, Saddam Hussein.Vuole organizzare 200 avvocati per la difesa gratuita di al-Zaidi, già proclamato "eroe nazionale": io mi immagino la imponente statua in una piazza di Bagdad, mentre il “valoroso” lancia gli scarponi contro l'oppressore straniero.Gesti simbolici, inutili, in passato sono passati alla storia e sono stati tramandati per dar forza alla retorica nazionalista: il lancio della stampella, di un sasso, di tanti arnesi scarsamente utili ad offendere fa parte di quella retorica che affascina le menti semplici.Noi occidentali, stanchi di gesti “gloriosi” e vani sorridiamo di tutto questo: invece in tanti hanno pensato che quelle scarpe Bush se le sia proprio meritate.La sua politica in Iraq è stata contraddittoria: pure il perché di questa guerra pare lontano, inspiegabile.Si cercavano le armi di distruzione di massa, ma alla fine si è spiegato il tutto con una guerra di liberazione e di esportazione della democrazia con i cannoni.Ora in tanti si compiacciono della fine dell'era Bush, ma in pochi si rammentano che il presidente americano non sapeva neppure chi fossero i Talebani, prima dell'elezione del suo primo mandato: è facile vedere in una persona il simbolo del male e sperare di abbatterlo.E' più difficile contrastare gli interessi economici, le condizioni culturali che favoriscono i conflitti: combattere i “guerrafondai” è semplice, basta riempirsi la bocca di parole grosse.Ora il nemico, il presidente che ha favorito i conflitti se ne andrà in pensione.Avremo pace?Sicuramente no, le scarpe lanciate, le parolacce, gli insulti non impediscono che il terrorismi da una parte e dall'altra la risposta militare, disastrosa, tragica, cadano sui civili di un fronte e dell'altro.Neppure la nuova politica di Obama porterà pace, pur aprendo la strada a un eventuale isolazionismo, pur parziale, della superpotenza: si cercherà l'auto sufficienza per il fabbisogno energetico e così gli stati Uniti avranno minori interessi da difendere all'estero.E' giusto liberare il giornalista screanzato, facendogli pagare solo un'ammenda: non rendiamolo un martire.Troppi terroristi, o filo terroristi sono diventati eroi per gli arabi, ma pure per una parte dell'opinione pubblica occidentale: c'è uno spirito nichilista che dilaga ancora nelle nostre periferie.E' sempre più una cultura marginale, ma è tuttora violenta, un po' infantile, spesso esaltata, acritica, ma continua a imperversare, a cercare presunte vittime della repressione da compatire, nel cercare amicizie impossibili ad Oriente, lontanissimo, agli antipodi proprio dei loro valori.Ridiamo per le scarpe in faccia a Bush, ma per fortuna il giornalista iracheno non aveva una buona mira: sarebbe stato troppo trasformare Bush in un eroe, per due scarpacce lanciate contro la testa.Sì, sarebbe diventato una vittima del terrorismo, con armi “improprie”.

Arduino Rossi
Fini, l'uomo giusto al momento giusto.Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, alla conferenza per il settantesimo anniversario delle leggi razziali, del 1938, organizzata a Montecitorio non risparmia neppure la Chiesa Cattolica: "L'ideologia fascista non spiega da sola l'infamia delle leggi razziali. C'è da chiedersi perché la società italiana si sia adeguata nel suo insieme alla legislazione anti-ebraica e perché, salvo talune luminose eccezioni, non siano state registrate manifestazioni particolari di resistenza. Nemmeno, mi duole dirlo, da parte della Chiesa cattolica".Non si limita quindi ad accusare il regime, ma va oltre: "...oggi fare seriamente i conti con l'infamia storica delle leggi razziali significa avere il coraggio di perlustrare gli angoli bui dell'anima italiana Il che vuol dire sforzarsi di analizzare le cause che la resero possibile in un Paese profondamente cattolico e tradizionalmente ricco di sentimenti di umanità e di solidarietà......l'anima razzista che il fascismo rivelò pienamente nel 1938 ma che era comunque già presente nella esasperazione nazionalistica che caratterizzava il regime".Queste frasi hanno provocato reazioni ostili nell'ambito cattolico, da destra, ma anche qualche consenso da sinistra, dal PD: Fini quindi sorprende sempre con le sue affermazioni, che non si attendono da un uomo di destra, ma certamente sono congeniali e adeguate a una personalità politica di stampo europeo, a un leader moderno.Questo schierarsi con quelle forze ostili e critiche alla Chiesa, per la sua mancata denuncia dell'Olocausto, lo pone inevitabilmente al di sopra delle parti: Fini si è esposto troppo al centro, se non a sinistra e ha le carte in regola per conquistare il cuore moderato del Paese, per trattare con le opposizioni, per mostrarsi alla diplomazia internazionale in linea con le tendenze “più in voga”.Israele è in conflitto con il Vaticano per la questione di Pio XII: chiaramente le faccende antiche hanno risvolti nell'attualità.Il Vaticano cerca di mantenere buoni rapporti con i Paesi islamici, mentre Israele è molto vicino ai gruppi di potere filo americani, alla finanza e alla cultura laica: si vuole utilizzare la Storia per “indirizzare” il presente.Fini ha fatto la sua scelta?Fini è il delfino di Berlusconi nel Pdl?Certamente lo scontro tra laicisti e filo cattolici nella maggioranza potrebbe rimettere in discussione vecchie alleanze.Il dopo Berlusconi, che prima o poi arriverà, ci rivelerà delle sorprese?Già Bossi si è avvicinato al Pd per il federalismo, che non sboccia mai, nonostante le promesse.I giri di Valzer dei nostri politici si fanno interessanti: il potere comporta sempre cambiamento di scenario, di alleanze, è la democrazia.Certamente le parole di Gianfranco Fini, che vede nel fascismo il male assoluto, non saranno piaciute a quella destra ancora con qualche velleità, con nostalgie mal celate del passato.Avremo Fini Presidente della Repubblica, di una repubblica presidenziale alla francese?E' nota la simpatia dell'uomo politico verso il sistema presidenziale: la sua lunga marcia verso il centro del potere politico prosegue e non è da escludere il suo successo completo in futuro.C'è solo un piccolo dubbio, l'Italia non è come la Francia e neppure come gli Stati Uniti: qualcuno sostiene che siamo arcaici, poco laici, costretti a subire l'influenza del Vaticano.Abbiamo pure uno scarso sentimento nazionalista, c'è poco orgoglio di essere italiani, tranne quando gioca la Nazionale di calcio: soffriamo di esterofilia, non ci sentiamo rappresentati dai nostri uomini politici, eletti da noi.Temo che la lunga marcia di Fini e del suo partito, dal MSI ad Alleanza Nazionale, sino alla fusione con Forza Italia, per generare il Pdl, alla fine manderà in rotta di collisione le componenti trasformate con quelle solo truccate, ancora ferme ai vecchi ideali: noi italiani siamo da sempre conservatori e amiamo cambiare tutto per non mutare niente, come insegnò Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel suo romanzo “Il Gattopardo”.
Arduino Rossi

MO: Israele non si ferma e continua con i raid aerei.



MO: Israele non si ferma e continua con i raid aerei.
Oltre alla questione del prezzo del petrolio ai minimi, quindi un conflitto non danneggerebbe gli interessi degli importatori di grezzo, c'è la linea della politica estera di Obama, che pare più determinata di quella di Bush a sradicare le situazioni incancrenite.
Le autorità, i governi sono lontano dalla politica di Hamas, che è sempre radicale, improponibile e difficile da gestire: se trionfasse una linea politica così ostile ad Israele, così nemica dell'Occidente si avrebbero solo scontri, problemi militari ed economici.
I leader arabi e anche islamici non desiderano nulla di ciò, ma pare che la pazienza di Israele sia ormai finita: la scelta militare è per eliminare definitivamente il governo di Hamas dalla striscia di Gasa e rivedere al loro posto i palestinesi, più moderati di Anp, con cui è possibile trattare.
Perché Israele si sente protetto dall'Occidente e dagli Stati Uniti proprio ora?
Se l'opzione militare sia la più efficace è tutto da dimostrare, anzi probabilmente è la peggiore.
I bombardamenti continuano e con una tecnica militare già collaudata, spingono ad ottenere i migliori risultati sul campo con nessuna perdita di vite umane tra l'esercito con la stella di Davide: invece l'intervento delle truppe di terra sarà ben più complesso e meno trionfante.
Pare che Israele spinga a favorire il ritorno della linea più moderata nella striscia di Gasa, senza doversi impegnare troppo direttamente.
Per ora la pazienza della base araba ed islamica non ha favorito grandi manifestazioni anti-israeliane, ma non è da escludere che i governi filo occidentali saranno costretti a prendere iniziative per soddisfare popolazioni sempre più nemiche dell'Occidente.
Il perché questo avvenga è da ricercare in una politica ambigua sia dell'Occidente sia dei governanti arabi, accusati dai radicali di essere dei venduti agli infedeli.
L'interesse ai problemi interni di queste popolazioni è sempre distratto dall'oddio antico verso gli infedeli, gli stranieri: la guerra contro Israele fa parte di questi argomenti, che infiammano gli arabi e gli islamici.
La soluzione sta in una maggiore democrazia in questi Stati, ma per far questo serve una politica estera più attenta e meno legata a metodi colonialisti dell'Occidente.
Bombardare i civili non è un sistema per farsi amare, lasciare che ciò avvenga non è una strategia lungimirante, ma neppure parteggiare per gruppi terroristici, confondendo il terrorismo con una legittima lotta di liberazione di un popolo non è geniale.