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venerdì 24 ottobre 2008

La guerra delle cifre per il pacchetto energia e clima dell'Ue al 2020.

(energie alternative pacchetto energia solare elettrica eolica nucleare)


La guerra delle cifre per il pacchetto energia e clima dell'Ue al 2020.
Il famoso e famigerato pacchetto 20-20-20, che si può spiegare con una riduzione del 20% delle emissioni di anidride carbonica (CO2) per il 2020, con un altro incremento del 20% dell'efficienza energetica, con un aumento del 20% dell'energia prodotta da fonti rinnovabile.
Il balletto delle cifre oscilla dall'otto al 27 miliardi di euro all'anno: per l'Unione Europea l'Italia dovrebbe investire in scelte ambientali dal 9,2 al 12,3 miliardi all'anno, mentre il ministro Prestigiacomo sostiene che il tutto è di 18,2 miliardi, che rappresenta un bel 1,14 % del Pil, contro lo 0,51% allo 0,66% del Pil delle previsioni europee.
Tutte questi investimenti porteranno delle ricadute sull'economia, tra cui una minore dipendenza dall'estero per le fonti energetiche, diminuzione della spesa petrolifera, con vantaggi tecnologici e occupazionali.
Lo svantaggio sarà tutto nei costi che l'industria e il sistema Paese dovranno assorbire in questi anni, che si prospettano di crisi.
Quindi queste cifre possono favorire una politica economica o un'altra decisione, a secondo del calcolo dei vantaggi, che saranno naturalmente maggiori su investimenti meno costosi.
Dall'Ue sono giunte risposte sorprese e da Roma invece c'è un po' di stizza: oltre al ministro Prestigiacomo pure il ministro Brunetta, forse forte della popolarità ottenuta sul campo per la battaglia combattuta contro i fannulloni, si è immischiato nella faccenda, pur non trattandosi di una questione tipica del suo dicastero.
Ora la Confindustria spinge per modificare questo “maledetto” pacchetto, tanto nocivo alle loro imprese, mentre tutta l'opposizione insorge per l'Europa e per l'ambiente: il clima cambia e tutti ce ne siamo accorti, ma pure la crisi avanza decisa e terribile.
Ora l'ambiente è un mio grande amore, un mio terribile timore, come per tutti i cittadini: ambiente, lavoro e crisi economica, criminalità e terrorismo sono questioni che non fanno dormire di notte molti, tranne pochi fortunati, o pochi incoscienti.
Di Pietro accusa sempre Silvio Berlusconi di fare i suoi interessi, infischiandosene dell'ambiente e della scuola, oltre delle difficoltà economiche degli italiani.
Ora il dilemma è tragico e ridicolo allo stesso tempo.
E' preferibile trovarsi il mare alle porte di Milano, con le palme sulle Alpi, o investire un po' di soldi nelle nuove tecnologie?
E' meglio acquistare immobili di prestigio, ultimi investimenti sicuri, oppure spendere in energia alternativa, rinnovabile?
La risposta da parte del cittadino medio, dell'imprenditore comune nazionale è prevedibile.
Siamo certi che sarà una scelta oculata, la migliore per il nostro futuro?
Avere i coccodrilli nel Tevere e nel lago di Garda sarà pure qualcosa di interessante: si eviteranno i viaggi all'estero, i safari fotografici in Africa, ma avremmo molti problemi, tra cui i cicloni, la desertificazione, quindi fame e sete, miseria e devastazioni.
Questo quadro così drammatico è probabile, anche se tra anni: ora è giusto trovare delle soluzioni intelligenti.
Rivediamoli pure questi conti e questi costi, forse si potrà ritardare di un anno scelte necessarie, ma non credo che potremo fare a meno di sviluppi differenziati delle fonti energetiche, dal risparmio allo sviluppo delle fonti rinnovabili: non scordiamoci che poi ci saranno delle riduzioni dei consumi.
Il petrolio e il gas naturale saranno sempre più costosi in futuro: non speriamo troppo nell'abbassamento attuale dei prezzi.
Io sono convinto che la questione è più di mentalità e di cultura imprenditoriale, che di spese e sprechi di capitali.
Rivediamo pure il metodo, ma rispettiamo queste priorità per il 2020: 20,20,20 sono numeri troppo importanti per il futuro dei nostri figli.

Arduino Rossi

lunedì 14 gennaio 2008

Energia e ambiente

Quello che stupisce è il continuo intervento della politica in questa questione, che è soprattutto tecnica: sono gli esperti del settore che devono discutere, accapigliarsi e trovare delle soluzioni economicamente realizzabili e compatibili dal punto di vista ambientale.
Purtroppo altri interessi di parte, nazionali e forse pure internazionali, pesano sulle scelte energetiche italiane: non ci sono prove di ciò che affermo, ma molti comportamenti sono sospetti.
Abbiamo il partito del nucleare, quello delle energie alternative, abbiamo chi propone premi per chi risparmia energia, ma poi non si arriva quasi mai a qualcosa di serio, soprattutto non si limitano, se non addirittura, si eliminano gli intoppi burocratici, spesso senza scopo logico e razionale.
Il libero mercato dell’energia è da noi ancora un sogno: i privati vorrebbero, in alcuni casi, produrre energia, pure pulita, ma si trovano inghippi e difficoltà di ogni genere.
Si va dal comune, piccolo o grande, che ostacola, impedisce, talvolta per timbri e pastoie insensate, agli enti di controllo che colpiscono, con lungaggini infinite.
Inoltre nessuno vuole vicino a casa qualsiasi torre, centrale, sia eolica che nucleare.
Arduino Rossi