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venerdì 8 agosto 2008

Luna, la piccola di 4 anni resa in fin di vita dal padre,



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Luna, la piccola di 4 anni picchiata e resa in fin di vita dal padre, davanti all'Altare della Patria, a Roma.
Sembra pure che si stesse separando dalla moglie e avesse perso il lavoro.
Ora non importa che tutto questo sia esattamente vero oppure no, non interessa: un fatto è certo, la negligenza degli adulti, che hanno permesso a un ammalato di badare una bambinetta, è stata pagata dalla piccola creatura.
Comunque il padre era una persona non in grado di gestire una bambina di quella età, che cerca in modo disperato un rapporto tenero da parte degli adulti, dei genitori, pure con i capricci.
In questa età i capricci sono una costante, specialmente se i bambini avvertono attorno a loro difficoltà e condizioni non adatte a una vita serena, con adulti disturbati, con problemi
Sì, adulti che non sanno fare il loro "mestiere" da genitore, capace di proteggere i bambini, di dare loro sicurezza.
Si vede che pure all'estero i giudici e gli assistenti sociali non sono sempre presenti, ma prima ancora quel sistema di protezione, quegli ammortizzatori, che sono formati da nonni, zii, parenti vari e amici, non c'erano, o erano carenti.
Si vede che non è la famiglia, come qualcuno sosteneva, la causa di tutti i mali: un tempo pareva che, perché certi fatti avvenivano dentro le mura domestiche, tutto fosse dovuto alla struttura sociale della famiglia, patriarcale, nucleare o nelle forme da oggi preferite.
Invece i bambini continuano a subire, a patire ogni tipo di violenza, anche quando la famiglia di fatto non esiste più.
Se era vero ciò che si affermava e spesso era applicato alla lettera con il detto "I panni sporchi si lavano in famiglia", è pure vero che, all'interno delle case tradizionali, un membro ammalato poteva essere isolato, pure curato.
Anzi solo le famiglie, quando funzionano, si dimostrano capaci di proteggere, salvare, aiutare, soccorrere, i loro componenti in difficoltà.
Arduino Rossi

mercoledì 14 maggio 2008

Violenza



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La violenza negli stadi, la violenza politicizzata di gruppi di idioti che scimmiottano il passata, con simboli e gesti anche criminali pare non essere ancora terminata nell’oblio: nazisti, nostalgici, stalinisti duri e puri continuano ad urlare nelle nostre strade.
Indifferenti dei morti che certe ideologie hanno lasciato alle loro spalle, questi bravi ragazzoni, come i componenti di sette sataniche, non trovano altro gioco più divertente, per farsi notare, per sentirsi importanti, che quello di mettersi in "maschera", in giorni lontano dal carnevale.
Per certi ragazzi, non belli, non intelligenti, non creativi, non ricchi( in certi casi lo sono), molto annoiati, questo modo di atteggiarsi è l’unico sistema per sentirsi qualcuno: i poveretti potrebbero provocare tenerezza, se non fosse per i guai e le vittime, anche di pestaggi, che lasciano sulla loro strada.
Reagire e combattere la violenza è un dovere, anche per i violenti: il permissivismo che li favorisce spesso li porta a scelte ed a gesti senza rimedio pure per loro.
Punire subito chi si veste come se fossimo negli anni Trenta del Novecento dovrebbe essere un argomento sentito da tutte le forze politiche, di destra e di sinistra: è ora di archiviare certe giustificazioni, certi comportamenti, che hanno caratterizzato malamente tutto il Novecento.
Le mascherate vanno bene solo in certi periodi dell’anno o nei balli in maschera: vestirsi da "duri" per credersi dei superuomini ( non si capisce in quale settore culturale, scientifico, o sportivo che sia) è squallido oltre che pericoloso per i malcapitati che incappano in certi individui.
Arduino Rossi

domenica 4 maggio 2008

Le ragazzine terribili



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C'è stato un pestaggio di una 15enne, in provincia di Modena, esattamente a Mirandola, tutto per un ragazzo.
Era una solita lite tra ragazzine un po' possessive, ma l'offesa, che aveva smentito un suo interessamento per il giovanotto conteso (di belle speranze?), decise di organizzare un pestaggio, con alcune sue amiche, forse per vendicare qualche insulto di troppo della quindicenne.
Il tutto è finito con un ricovero all'ospedale, per la quindicenne gelosina, per qualche contusione.
La preside Maria Cristina Mignatti, a capo degli istituti Luosi e Cattaneo, si è giustamente interessata al fattaccio, chiamando i genitori delle ragazze, denunciando lei l'accaduto, ma le è stato impossibile prendere provvedimenti disciplinari, perché il fatto è capitato fuori dalla scuola.
Che si può dire?
Che il mondo fosse cambiato si sapeva: era un fatto noto che le fanciulle, le fanciullone si "buttassero sulla preda", senza troppe remore.
E' nata una generazione diversa da quelle precedenti.
Con questo non voglio dire che prima c'erano sole educande che si scandalizzavano, arrossivano per ogni sciocchezza, ma il sesso femminile amava sedurre.
Oggi le parti si sono capovolte e il maschietto di turno rimane a guardare che le ragazzine finiscano di scazzottarsi, per decidere di stare con la vincitrice: si vede che le donne pugili sono di moda.
E' vero! Sono un tradizionalista e non amo vedere donne che si picchiano: la violenza non è bella per nessuno, ma in una donna è addirittura ripugnante.
C'è un fatto che le spavalde donzelle si sono scordate.
Cosa ne pensava il bellone di turno?
Pare proprio che non fosse stato chiamato in causa.
Arduino Rossi