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giovedì 17 aprile 2008

I poveri a rischio



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In questa fase di crisi economica i più deboli rischiano di essere abbandonati al loro destino, perché abbandonati dalla rete di soccorso delle famiglie e degli amici, con la perdita della fiducia in se stessi: sono situazioni umane che potrebbero riguardare tutti o quasi.
La perdita del lavoro, della salute, ma soprattutto la scorciatoia dell'alcool o di altro possono farci precipitare ai livelli più bassi della società.
Inoltre esistono vere "corti dei miracoli", dette appunto così perché composte da ciechi che poi vedranno, sordi che poi sentiranno e paralitici che poi cammineranno, si stanno ricostituendo, come al tempo del Medioevo, nelle nostre città: molti di costoro non sono italiani, ma questo fattore non ci deve spingere solo a richiedere la semplice espulsione.
Invece è importante non accettare queste scene sulle nostre strade e cercare soluzioni: non con la reclusione forzata per i mendicanti, come ai tempi della prima industrializzazione in Gran Bretagna, nella metà del XVIII secolo.
La miseria nelle nostre vie è tornata: è brutta da vedersi e le ordinanze dei sindaci, come la demagogia vuota, non servono.
Gli interventi devono essere decisi e coraggiosi, ma non devono mai accettare come un male inguaribile la povertà estrema, il vagabondaggio, oso dire il "randagismo" di esseri umani disperati.
Mi scordavo: spesso in queste persone, pur brutte e talvolta "cattive", ma non troppo, c'è tantissima umanità, ovvero quella dimensione autentica e spontanea che nascondiamo dentro di noi.
Non voglio dire che siamo tutti barboni, ma semplicemente che abbiamo perso il rispetto degli esseri umani, qualsiasi essi siano, anche se sono i più reietti della terra.
Arduino Rossi