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giovedì 5 giugno 2008

L'arroganza dei mafiosi



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Io sono uno di quelli che hanno visto in televisione, restando allibito, lo spettacolo incredibile, dei parenti dei capi mafia, della ndrangheta, che protestavano contro il famoso 41 bis, la legge che impone il carcere duro ai condannati per reati di organizzazione mafiosa.
Per anni lo strato che affianca i delinquenti era rimasto celato, dietro l’omertà: ora invece "gli amici degli amici"alzano la testa e pretendono di avere dei diritti.
Ho visto vecchie, con un piede nella fossa, che alzavano cartelli per la difesa di parenti con decine di omicidi sulla coscienza: non si preoccupavano delle loro anime, visto che una fede religiosa bene o male dovrebbero possederla.
Sperano di ingannare pure il Padre Eterno dopo la morte?
Che diritti possono avere individui che hanno trafficato in stupefacenti, ucciso o fatto assassinare decine di persone, sfruttato prostitute, riciclato denaro, inquinato con discariche abusive, rubando la salute pure ai loro figli e ai loro nipotini?
Il pudore di tacere, di nascondere i loro musi non lo hanno proprio?
L’unico diritto che hanno è quello del più forte, con loro lo Stato, la gente normale, onesta, deve usare la forza, senza troppe pietà.
Sono loro che vogliono la durezza della Giustizia: saranno schiacciati perché non sono forti, ma deboli, applicando la loro stessa legge non scritta.
Arduino Rossi