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giovedì 17 aprile 2008

Quanti enfants prodige ci sono stati nella storia?



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Mozart fu probabilmente l'unico a non tradire le aspettative da adulto: in genere questi piccoli geni non sono poi quelle grandi menti, che si prospettano all'epoca dei successi giovanili, quando diventano grandi.
Oltre alla maturazione intellettuale, allo sviluppo dell'intelligenza, c'è pure quello emotivo, alla crescita di una forma di saggezza, che dovrebbero avere gli adulti: sapersi muovere nel mondo significa pure possedere la capacità di relazionarsi, dote che pare assente nei piccoli super secchioni.
Inoltre non è solo lo studio che sviluppa l'intelligenza, ma pure i momenti ludici, del gioco tra amici, formano i ragazzi.
Queste sono tutte nozioni ben note agli educatori e ai pedagoghi, ma molti genitori ambiziosi non se ne curano: la loro frustrazione, spesso malata, può essere tranquillizzata solo dal successo dei figli.
Il risultato finale è spesso, se non sempre, un disastro: i figli si ribellano e questo è un fatto positivo.
Spesso si ammalano di depressione, di psicosi, quasi mai arrivano a soddisfare le ambizioni di papà e mamma, ma sempre pagano per la stoltezza di chi non sa vedere nei figli degli esseri da aiutare a essere indipendenti : li considerano unicamente delle propaggine di loro stessi.
L'invito, a molti genitori, è quello di tagliare questi cordoni ombelicali e lasciare che i propri ragazzi siano liberi di crescere un po' serenamente.
Arduino Rossi