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giovedì 27 dicembre 2007

Don Gelmini e la vergogna nazionale


Don Gelmini se ne vuole andare dalla Chiesa: è l'ultima risposta del prete che ha fondato comunità contro la tossico dipendenza, che ha svuotato le strade di decine di migliaia di drogati e li ha trasformati in ragazzi normali.

Di cosa è stato accusato?
Di aver molestato sessualmente dei tossicodipendenti, ragazzi abituati a tutto e altro.
Ora sarà un laico e non più un prete, rimarrà fedele ai suoi giovani e alla sua missione: se vogliamo resterà fedele alla nostra sicurezza, quando non verremo aggrediti, derubati, minacciati, da quegli zombi che si aggirano di giorno e di notte nelle nostre vie.
Invece di riempire le carceri e gli obitori, invece di avere altri morti in incidenti sulle strade, in casa, con bambini disperati e siero positivi, Don Gelmini ha dato lavoro e un metodo per far tornare a una via normale dei non vivi, dei cadaveri che camminano.
Ha sbagliato?
Cento, mille, centomila volte.
Le accuse di molestie sessuali sono credibili?
Sì, come gli asini che volano, i politici onesti e le fatine nella vita reale.
La Chiesa Cattolica non ha voglia di scandali, ne ha avuti già troppi, veri o creati ad arte: non ne può più, si libera dei figli scomodi, innocenti o colpevoli.
Don Gelmini ora non è più attaccabile perché prete, ma perché.....nemico della tossicodipendenza.
Chi può avere interesse a liberarsi di lui?
Semplice, chi vuole risparmiare denaro e risorse per altri usi.
Le comunità di recupero costano, anche alle finanze pubbliche.
I drogati cosa devono fare?
Per molti devono solo....crepare: vogliono dare a loro tutta la droga che vogliono, anche gratis.
Così si risparmierebbe?
Così non avremmo tanti delinquenti in giro: resterebbe solo il problema delle sepolture.
Basterebbe fare delle fosse comuni o usare dei moderni forni crematori: cari antiproibizionisti questi costano di meno.
Scusate la domanda.
Dentro ai buonisti non si annida forse un'anima....nazista?

Arduino Rossi