venerdì 22 maggio 2009

MO: Israele non si ferma e continua con i raid aerei.



MO: Israele non si ferma e continua con i raid aerei.
Oltre alla questione del prezzo del petrolio ai minimi, quindi un conflitto non danneggerebbe gli interessi degli importatori di grezzo, c'è la linea della politica estera di Obama, che pare più determinata di quella di Bush a sradicare le situazioni incancrenite.
Le autorità, i governi sono lontano dalla politica di Hamas, che è sempre radicale, improponibile e difficile da gestire: se trionfasse una linea politica così ostile ad Israele, così nemica dell'Occidente si avrebbero solo scontri, problemi militari ed economici.
I leader arabi e anche islamici non desiderano nulla di ciò, ma pare che la pazienza di Israele sia ormai finita: la scelta militare è per eliminare definitivamente il governo di Hamas dalla striscia di Gasa e rivedere al loro posto i palestinesi, più moderati di Anp, con cui è possibile trattare.
Perché Israele si sente protetto dall'Occidente e dagli Stati Uniti proprio ora?
Se l'opzione militare sia la più efficace è tutto da dimostrare, anzi probabilmente è la peggiore.
I bombardamenti continuano e con una tecnica militare già collaudata, spingono ad ottenere i migliori risultati sul campo con nessuna perdita di vite umane tra l'esercito con la stella di Davide: invece l'intervento delle truppe di terra sarà ben più complesso e meno trionfante.
Pare che Israele spinga a favorire il ritorno della linea più moderata nella striscia di Gasa, senza doversi impegnare troppo direttamente.
Per ora la pazienza della base araba ed islamica non ha favorito grandi manifestazioni anti-israeliane, ma non è da escludere che i governi filo occidentali saranno costretti a prendere iniziative per soddisfare popolazioni sempre più nemiche dell'Occidente.
Il perché questo avvenga è da ricercare in una politica ambigua sia dell'Occidente sia dei governanti arabi, accusati dai radicali di essere dei venduti agli infedeli.
L'interesse ai problemi interni di queste popolazioni è sempre distratto dall'oddio antico verso gli infedeli, gli stranieri: la guerra contro Israele fa parte di questi argomenti, che infiammano gli arabi e gli islamici.
La soluzione sta in una maggiore democrazia in questi Stati, ma per far questo serve una politica estera più attenta e meno legata a metodi colonialisti dell'Occidente.
Bombardare i civili non è un sistema per farsi amare, lasciare che ciò avvenga non è una strategia lungimirante, ma neppure parteggiare per gruppi terroristici, confondendo il terrorismo con una legittima lotta di liberazione di un popolo non è geniale.