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venerdì 22 maggio 2009

Il terrore corre online: Silvio Berlusconi vuole regole mondiali per Internet.


Il Presidente del Consiglio ha visitato il Polo tecnologico di Poste italiane all'Eur di Roma e preso da entusiasmo ha lanciato la sua sfida al "disordine" della rete: "Porteremo sul tavolo una proposta di regolamentazione di internet in tutto il mondo, essendo internet un forum aperto a tutto il mondo.... e lo faremo a gennaio, quando sarò per la terza volta presidente del G8, che sarà un G20.........rappresenterà l'80% dell'economia mondiale e il 72% della popolazione mondiale".
Un po' di paura l'ho avuta pure io e un brivido mi è sceso lungo la schiena.
Sta per finire la magnifica libertà di Internet?
In questo G20 ci sono Stati per nulla democratici, altri sono democrazie solo in apparenza, altri sono autentici regimi tirannici, di genere diverso: a tutti costoro i limiti alla rete farebbero comodo.
Cosa vorrà il Cavaliere esattamente?
Cosa intende per regole?
Vuole solo combattere i truffatori, i pedofili, coloro che violano la privacy senza pudore?
Vuole limitare la libertà di tutti imponendo un blog unico con Emilio Fede come direttore, opinionista, gestore e altro?
Forse è preoccupato per la tanto temuta o attesa migrazione dei soldi della pubblicità dalle televisioni a Internet: fatto che sta avvenendo negli Stati Uniti, ma qui, da noi, pare ancora lontano.
Sì, non credo che sia per ostacolare la libertà di pensiero, ma sia solo per porre un freno a questo temutissimo, per lui, evento storico: la fine delle televisioni, delle radio via etere e il loro assorbimento da parte di Internet.
Ora contro queste regole e per lasciare tutta la libertà di pensiero possibile su Internet ci sono le multinazionali del settore, ben più potenti e importanti di Mediaset, che impediranno qualsiasi intromissione nella rete mondiale: l'assoluta libertà dei blog fa parte del gioco, che poi è controllato dall'alto, ma noi, semplici fruitori del servizio, non ce ne accorgiamo.
Obama è stato eletto perché ha vinto la sua battaglia su Internet: non credo che ora si voglia sbarazzare di questo strumento che gli è stato così utile.
Tecnicamente è possibile censurare Internet?
Che tipo di censura si vuole imporre?
Con tutti i problemi che affliggono il pianeta, perché interessarsi di Internet?
Questa proposta, che sarà diffusa tra il miliardo circa di frequentatori della rete, danneggerà la nostra immagine come Paese?
Di conseguenza avremo un contraccolpo economico?
La possibilità che dal G8, o dal G20 escano regole ferree che limitino la nostra libertà, in tutto il mondo, è estremamente improbabile, ma il parlare di limiti è pericoloso, perché forse proprio in Italia si vorrà imporre qualche carta da bollo da pagare per aprire un blog.
La stupida burocrazia è sempre dietro l'angolo: io invece non credo che sia possibile impedire alla gente di essere libera di esprimere ciò che vuole, usando Internet.
Ci sarà una disobbedienza comune della quasi totalità dei frequentatori della rete: non posso immaginare che milioni di ammende potranno essere imposte a chi disubbidirà alle future regole.
Sono pure convinto di un fatto: fra quattro anni Internet avrà una grande importanza per le future elezioni politiche.
Questa proposta probabilmente avrebbe fatto perdere le elezioni al Cavaliere: per sua fortuna il popolo della rete è ancora confuso, troppo giovane e inesperto, altrimenti le proteste sarebbero state ben più furiose, anzi ci sarebbero state delle urla da far traballare la poltrona del Signor Presidente del Consiglio.
Io non mi espongo mai, ma questa volta voglio chiedere un favore, fare una preghiera.
Non toccate la libertà di Internet: è un sogno troppo bello quello che si vive in rete, senza polpettoni televisivi, senza reality, senza giornalisti sempre pronti a fare inchini a chi conta e ha un po' di potere: lasciateci sognare ancora un po'.
Vi scongiuro!
Arduino Rossi

lunedì 17 dicembre 2007

Beppe Grillo, italiani, Internet, la classe politica

Non è solo la politica che fa infuriare e delude sempre più gli italiani, c'è un mondo falso e assurdo che da anni pretende di mentire, alza la voce e vuole comandare, negando l'evidenza.
Il ridicolo lo si trova sulla carta stampata, nel mondo sindacale, pure nei commenti degli esperti: così un comico in disgrazia presso le emittenti televisive si alzato e ha imposto, semplicemente denunciando da comico, le malefatte, le contraddizioni, le bugie demenziali, di chi ha il potere, spesso una frazione microscopica di potere, ma se lo tiene ben stretto.
Beppe Grillo è solo un comico, ma si permette di denunciare, deridere, umiliare i signori della politica italica.
Pare inoltre che molti politici nazionali sappiano cosa sia Internet, basta notare la legge proposta per imbavagliare i blog: solo uno che non ha passato neppure 5 minuti di navigazione su Internet poteva proporre una leggina così ridicola.
Infatti i blog si aprono e si chiudono in pochi minuti, sono spesso gestiti da società straniere, che se ne infischiano, spesso non lo sanno neppure, chi e da dove si sta aprendo il blog.
Può essere un italiano, uno che non ha la cittadinanza italiana, ma ha solo origine italiana oppure uno che conosce la lingua italiana.
La legge sull'editoria dovrebbe colpire solo i cittadini italiani, ma non si vede come sia possibile controllare i dati sulla cittadinanza.
Chi lo farebbe? Le società che gestiscono i blog, in particolare quelle estere, daranno informazioni alla burocrazia italiana?
La pubblicità italiana dei blog, fonte di guadagni non indifferenti, andrebbe a questo punto tutta all'estero, o quasi, mentre tutti i blogger si trasferirebbero, virtualmente fuori dall'Italia.
Da questo fatto si capisce che ci governa sia lontano decenni dalla realtà attuale e questo deve preoccupare non poco,noi poveri italiani.
Arduino Rossi