sabato 24 maggio 2008

Italiani razzisti?



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Se esiste un pregio nei napoletani è proprio la tolleranza e la capacità a dialogare con tutti, con buon senso e forse con troppa disponibilità, quasi eccessiva.
Questa caratteristica è diffusa in tutto il popolo italiano, nato dalla fusione di razze e culture molto differenti tra loro: basta leggere la storia e constatare quanti popoli, sia come conquistatori, sia come conquistati, sono passati e hanno fatto le radici da noi, fondendosi e dando origine a tutte quelle varianti regionali che ci caratterizzano.
Il grande numero di dialetti diffusi da noi ne è una delle prove: solo l'India ha un numero di idiomi superiori ai nostri.
Il razzismo è invece frutto di culture recenti: colonialistiche, euro centriche, darviniane, che in Germania degenerarono nel concetto assurdo di razza superiore, Ariana.
Cosa ha a che vedere tutto questo con l'Italia e la sua gente?
Nulla, ma ora ci accusano di essere razzisti, di odiare lo straniero, di essere pericolosi.
In verità il problema sta a monte, nella mancanza di regole certe, che i rom come gli extracomunitari hanno trovato sino ad oggi e temo troveranno ancora: i contrasti tra italiani e stranieri ne sono una conseguenza.
Non parliamo di razzismo.
Nessuno si armi di questa iniziativa, per di più proposte dal Partito Socialista Europeo: a molti pare una ripicchia politica, se fosse vero sarebbe veramente infelice e contro producente.
La gente, se non troverà certezze nello Stato, si farà giustizia da sola: è questa la vera emergenza.
Arduino Rossi

I disoccupati



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Il lavoro è sì fonte di reddito, ma pure ci dà un'appartenenza sociale e una dignità: uno che si guadagna da vivere è indipendente o così dovrebbe essere così, ma tutto è diventato, complicato.
Se si perde questo benedetto posto, fisso o preario che sia, si rischia di finire in basso, tra gli emarginati, tra gli esclusi: non c'è paura peggiore per molti e non c'è giovane o meno giovane che non abbia provato questo terrore.
Tranne chi possiede una grande professionalità, particolare e unica, tranne chi è figlio di papà, gli altri mortali si devono guadagnare da vivere e devono sudare per imparare un mestiere, per ottenere quel posto che permetta di vivere da soli, comprarsi una casa, farsi una famiglia.
Il diritto al lavoro è sacro, ma solo sulla carta.
I giovani poi possono essere un po' impulsivi e non sempre sono disposti ad abbassare la testa, a torto o a ragione, davanti ai capireparto, ai padroni e padroncini: qualche volta mandano all'inferno chi li comanda e così si trovano in cattive acque.
E' proprio questo fatto che il precariato diffuso ha guastato maggiormente la società: è in crisi la dignità dei lavoratori, l'orgoglio di essere un operaio, come esisteva un tempo, di chi non deve nulla a nessuno, perché il pane se lo guadagna.
Arduino Rossi

Imbecilli via Internet



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Mi è capitato di dover fare una polemica con un tizio, via Internet, che pretendeva di negare l’evidenza, volendo aver ragione a tutti i costi.
La questione era quella degli Sciiti che combattono contro i Sunniti: l’imbecille, così si può chiamare, faceva un suo monologo, si faceva le domande e le risposte da solo.
Sosteneva che io avessi affermato fatti lontani dal mio pensiero, che volessi dire questo o quello.
Il fatto in se stesso è squallido: un po’ mi vergogno di essermi inalberato con un personaggio simile.
Quello però che ne è uscito è l’esempio di un certo tipo di discussione, in questo caso era pure scritto e per tanto si poteva mediare l’emotività spontanea tipica di una diatriba verbale.
Il contrapporsi a qualcuno perché è il simbolo di qualcosa, non per le idee espresse, ma per preconcetti ridicoli, è veramente demenziale.
Il personaggio era italiano e si definiva laico, pacifista.
In quel caso io non avevo nulla di particolare contro gli Sciiti: non li avevo giudicati brutti, sporchi e cattivi.
Anzi avevo pure difeso, in un certo senso, i mussulmani iraniani: li avevo inserito in un’analisi complessa, di fatti e Stati diversi, dove gli Sciiti erano una componente.
Il fanatismo rende proprio cechi e fa vedere nemici pure dove non esistono.
Alla fine ho lasciato perdere, assecondandolo: dalle mie parti si dice che la ragione la si dà ai matti, mentre a Napoli la si dà ai fessi.
Arduino Rossi

Libia e Spagna contro il governo italiano



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Si sa che si parla dell'estero riferendosi del proprio Paese: lo fece pure Gheddafi, anzi il figlio del dittatore libico, con tono da esponente della maggioranza italiana.
Subito finì tutto con una scusa ufficiale da parte del Ministro Calderoli, all'ora non ancora con la poltrona a disposizione.
Ora la Spagna corre in soccorso dei nostri progressisti, ma i socialisti come Zapatero sono una specie praticamente estinta, con un 0,8% dei voti: neppure il WWF spera ormai di salvare i socialisti italici e si interessa dei simpatichi orsi marsicani, del parco Nazionale d'Abruzzo.
Ciò che stupisce e mi infastidisce, preso da un improvviso quando inaspettato pure da me risveglio nazionalista, è che la politica tace: a sinistra si ridacchia e a destra si mugugna.
Perdonatemi, ma questo governo non l'hanno voluto gli italiani?
Bello o brutto, fatto da gente intelligente o stupida, gli italiani si pentiranno o non si pentiranno di aver votato questa maggioranza, è sempre un Esecutivo che nasce da regolari elezioni.
Questa è casa nostra e non vogliamo lezioni di democrazia da nessuno, tanto meno dalla Spagna, che è un Paese democratico da pochi decenni.
E' mai possibile che ci dobbiamo sorbire tutte le prediche e tutti gli sfoghi di chi si sente di comandare a casa nostra: se a Napoli la gente è esasperata per i rom è giusto fare qualcosa per calmare e portare pace, ma non sopporto di essere trattato da cittadino europeo di serie B, con qualche supervisore straniero sopra la mia testa.
Gli spagnoli si grattino le loro rogne, noi le nostre: scusate l'espressione forte, ma quando ci vuole ci vuole.
Arduino Rossi

Rom e i campi bruciati



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Oltre alle rivolte anti rom potremmo avere altre situazioni di giustizia sommaria, privata: quando lo Stato non agisce e si mostra latitante, o così appare alle persone, qualcun'altro ne prende il posto e occupa gli spazi di potere, decidendo ed agendo.
Ricordare i pogrom, la pulizia etnica, di pochi anni fa è semplice: la mancanza di giustizia favorisce la peggior ingiustizia.
Non bisogna scordarsi che il tutto è partito dal fallito rapimento di una bambina: proprio lo sfruttamento dei bambini, per l'accattonaggio e quando sono appena cresciuti per i furti nelle case, è uno scandalo che dovrebbe riguardarci tutti.
Sono situazioni da sfruttamento dell'infanzia che avvengono sotto i nostri occhi, nelle strade, oppure appena alla periferia delle nostre città.
Lo Stato c'è?
Temo che i diritti dei bambini degli zingari siano inferiori, di fatto e per una legge non scritta, di quelli dei nostri figli.
Così i bambini stanno diventando "oggetti" preziosi da "rubare", per sfruttarli, pur avendo già tanti figli loro.
Non importa che forse il rapimento della bambina fosse un caso isolato: le vecchie storie, raccontate dalle nostre nonne, che narravano di nomadi ladri di bambini, sono tornate a galla, diventati reali, vere nella mente di molta gente.
Arduino Rossi

3.500.000 fannulloni?



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La polemica nei confronti dei dipendenti pubblici fannulloni prosegue con plausi, da parte pure dei sindacati, della stampa ed è un coro solo: con questa guerra si combattono circa 3.500.000 lavoratori, che sono composto da lavativi senza ritegno, da quasi fannulloni, da lavoratori pigri, da onesti dipendenti, da stacanovisti.
Sì, ci sono tutte le categorie, ma in più, quella dei raccomandati dai politici, stanno al primo posto: sono tra loro che si annidano il maggior numero di fannulloni e se ne infischiano delle minacce.
Ora io sono certo che lo scopo principale di questa volontà di riforma della Pubblica Amministrazione è alle spalle degli interessi economici, che non sono solo il risparmio di risorse, la maggiore efficienza, ma pure il desiderio di mettere le mani su servizi da appaltare e privatizzare.
Il privato è preferibile del pubblico?
Questo quesito è complesso, ma soprattutto ha risposte differenti, settore per settore: nella riscossione delle tasse, per esempio, potrebbe dare grandi vantaggi, ma pure altrettanti rischi di corruzione e di arroganza da parte del servizio gestito da privati.
La concorrenza potrebbe ridurre problemi di monopolio privato, mentre i controlli esterni ridurrebbero i rischi di corruzione: questo ultimo punto però è molto lacunoso nella realtà italiana.
Arduino Rossi

L'omicidio della ragazzina di Lorena Cultraro di soli 14 anni, a Niscemi.


L'omicidio della ragazzina di Lorena Cultraro di soli 14 anni, a Niscemi.
(Caltanissetta) è sconvolgente per la ferocia e per l'età dei tre assassini: uccisero la quattordicenne e la gettarono in fondo al pozzo in un sacco, legato a una grossa pietra.
Tutto questo non è bastato e un contadino ha scoperto il corpo.
Tutto è strano, incomprensibile: la ferocia in ragazzi così giovani non si può certamente immaginare, per di più per uccidere una ragazzina incinta, che è guaio serio, ma che può trovare una soluzioni razionali.
Paiono vicende appartenenti a un altro mondo, a un'altra epoca, dove l'onore e il disonore pesavano come macigni.
Intanto il padre di Lorena sostiene che sua figlia non poteva essere incinta, che fosse impossibile un fatto simile.
Le famiglie coinvolte sono normali, di gente semplice, che lavora e non ha precedenti di alcun genere: gente per bene, brave persone.
E' questo che lascia increduli.
Quanti bravi genitori, onesti, semplici, pure generosi, hanno generato e cresciuto sbandati, balordi o veri mostri?
Non mi limito a valutazioni su questo caso, terribile, ma che riguarda minorenni, adolescenti, che hanno spesso comportamenti in contrasto con quelli dei genitori, spesso opposti.
Come può crescere il male da famiglie buone?
I sociologi e gli psicologi hanno sempre cercato giustificazioni "misteriose", incomprensibili talvolta, profonde e lasciatemelo dire, irrazionali qualche volta.
Io penso che la causa di tutto questo sia il fascino intenso e prepotente del male, ovvero di quegli atteggiamenti violenti, da duri, di quel coraggio idiota, che mette a rischio la propria vita e quella degli altri, per un gioco, per motivazioni futili.
Arduino Rossi

Sanatorie di extracomunitari



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La parola sanatoria mette in agitazione il ministro: sostiene che non esiste quel termine nel suo vocabolario.
I fondi si troveranno e certamente saranno tanti, perché il progetto è ambizioso: l'espulsione dei clandestini.
E' questo il punto che mi lascia perplesso: io preferirei l'espulsione dei delinquenti, la loro incarcerazione, se fosse possibile, in un Paese straniero, fuori dall'Europa.
Invece chi viene per lavorare non deve essere considerato come un delinquente: l'equazione straniero povero quindi criminale, ladro e stupratore, non è corretta.
Lo sbaglio è stato nel lasciare troppo spazio agli appartenenti alla malavita, a coloro che commettono reati, magari concedendogli la cittadinanza dopo un matrimonio fasullo con qualche italiano o italiana prezzolato.
Rinchiudere in un Cpt un bracciante agricolo, colpevole di essere in Italia per il pane, mentre si lascia il farabutto, neo cittadino italiano, libero di uscire dal carcere, perché si può permettere un buon avvocato, perché si è ben integrato in Italia, ma nella malavita, non darà sicurezza ai cittadini.
I clandestini non devono più esistere: il miglior sistema è quello di punire chi li sfrutta: i "caporali", negrieri senza pietà, devono finire dietro le sbarre.
Si deve colpire chi fa uso di manodopera in nero.
La scusante solita, che giustificava la presenza di questa massa di disperati in Italia, era che gli italiani non volevano più fare certi lavori.
In verità era corretto dire che gli italiani non volevano svolgere certi mestieri senza un minimo di sicurezza, con quelle paghe da fame: un bracciante extracomunitario guadagna 20 o 25 Euro per 10, 12 ore di lavoro.
Sì, gli italiani non sono più disposti ad essere trattati come schiavi e per questo si sono lasciati entrare tanti poveracci, pronto a tutto per quattro soldi, poi tra loro si sono mischiati dei farabutti, magari già finiti in carcere nei loro Paesi di origine.
L'atteggiamento buonista, tipico di molte organizzazioni sindacali e sociali, era sulla stessa linea, incredibile, ma vero, dei padroncini senza scrupoli, di quegli imprenditori disonesti che assumevano in nero i lavoratori.
La destra rischia di commettere gli stessi errori della sinistra: tutti non differenziano tra lavoratori e delinquenti: i primi proteggevano tutti, i secondi li condannano, senza troppe sottigliezze.
Fare qualcosa è giusto: la sinistra era serva delle sue ideologie e dei sociologismi, la destra invece preferisce colpire duro, con le espulsioni.
Avremo le carceri piene di extracomunitari colpevoli di emigrazione clandestina?
Arduino Rossi

La baby-gang



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La prime baby-gang stanno imperversando pure da noi: sono miste dal punto di vista razziale ed etnico, per dimostrare forse che l’integrazione è "ben riuscita".
Le culture non si scontrano, ma si incontrano, però, per farle incontrare serve conoscerle, cosa che gli operatori del nostro Paese non sanno.
Abbiamo avuto tanto buonismo, parecchia faciloneria con modi che parevano dire: "Vogliamo tutti bene!"
Ora i problemi che altri Paesi hanno avuto e stanno avendo, come la Francia, stanno arrivando pure da noi: ragazzini terribili, senza ideali, senza religione, senza neppure un po’ di nazionalismo, si dedicano al teppismo, spronati dall’alcool e dalla droga.
E’ una rivolta insensato contro simboli, semafori e passanti ignari: costoro rivendicano solo il diritto a fare tutto ciò che entra loro nella testa.
Rompere, ferire, derubare, pure violentare ragazzine e signore finite sotto i loro grinfie: è una vera delinquenza da ratti e non ha connotazione etniche particolari, è la cultura della violenza fine a se stessa.
Questi ragazzi hanno da una parte le immagini dei media sono quelle di un mondo ricco e facile, dall’altra c’è la fatica dei loro genitori, che li fa vivere di poco, in case popolari o sovraffollate, degradate, spesso malsane.
La voglia di ottenere tutto o di rompere ogni cosa è la conseguenza del deserto culturale che li circonda: sono violenti perché non hanno più un’etica, una fede, una cultura popolare tradizionale.
Il degrado inizia proprio dalle loro menti, ma non è colpa loro.
Arduino Rossi

Beppe Grillo e i politici



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Beppe Grillo ha messo sotto accusa l’intera categoria dei giornalisti, accusandoli, escludendo le solite eccezioni, di essere dei raccomandati, anzi dei lecca c…
La loro professionalità sta nel servire i politici che li comandano, li pagano, con i nostri soldi, oltretutto.
Il cerchio si chiude, proprio su di noi, che ci berremmo tante panzane di chi poi ci sfrutta, di chi sono nostri parassiti.
E’ vero tutto questo?
La politica ci costa molto, non solo in burocrazia, in spese eccessive, in lentezza per ogni pratica.
Soprattutto in competizione, pure nel campo giornalistico.
La televisione pubblica si sta dimostrando sempre più formata da persone sempre pronte a "capire" e a rispettare chi ha il potere: è spesso uno spettacolo poco edificante da vedere e sentire.
Si sa che chi troppo si inchina spesso non vale molto, anzi non vale nulla. Così ci dobbiamo sorbire le prediche, non opinioni, ma veri sermoni, di giornalisti che sono certi di valer molto, forse lo sanno dalle loro mamme: "Bello, bravo e buono di mamma tua!"
Così si odono cose terrificanti, luoghi comuni di una banalità demenziale: paiono vecchi predicatori che fanno addormentare la gente sui banchi delle chiese.
Ci sono di due tipi di oratori: quelli progressisti e quelli conservatori.
I primi si ispirano ai grandi valori di civiltà, non si capisce quali, i secondi invece parlano di libertà, ma quale libertà e come la vogliono vivere e far vivere sembra sempre un mistero.
Dio ci salvi da certi personaggi! Sono frutto dell’inadeguatezza del sistema politico e dell’informazione in Italia: occorre più spazio alla critica e alle analisi costruttive.
Arduino Rossi

Notai del Medioevo



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I notai sono i potenti e intoccabili signori della burocrazia "privata".
E’ stata definita una casta protetta e inossidabile quella dei notai.
Hanno circa mille anni di storia alle loro spalle: sono nati dopo l’anno 1.000, con il sorgere dei liberi comuni.
Avevano la funzione di confermare, di avvallare i deboli poteri, i flebili vagiti, dei comuni: avevano un mandato imperiale, vero o presunto, con cui gestivano in modo privato faccende pubbliche.
Nella realtà italiana, nei secoli, furono l’unica istituzione burocratica che resistette ai cambiamento di regime, alle invasioni straniere, alle carestie e alle pestilenze: i notai assicurarono i passaggi di proprietà dal padre ai figli, i testamenti, le doti, le donazioni, i contratti. Oggi servono ancora?
Nella dimensione moderna della burocrazia, che dovrebbe essere in mano allo Stato, oppure delegata a grandi società, anche in forma di S.p.A., quotate pure in Borsa, questi notai così concepiti resistono solo da noi e in qualche Paese del Terzo Mondo.
E’ giusto che pure la più antica casta italica si evolva ed accetti il libero mercato: basta con il numero chiuso per diventare notaio, basta con le prerogative solo per loro, come il Rogito delle abitazioni.
Altri enti, agenzie, possano fare concorrenza ai signori notai: Il Medioevo è finito, ma in qualche realtà italiana pare proprio che l’anno Mille sia appena trascorso.
Arduino Rossi

Gli statali sotto attacco



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Gli statali sono nuovamente nell'occhio del ciclone e questa volta non si scherza: i "mangia pane a tradimento" andranno a casa.
E' un principio giusto, anzi santo, cristiano, oltre che di tutte le fedi di questo mondo, valido pure per l'etica laica.
Non rimane che attendere i risultati, ma io sono sempre un po' dubbioso.
Tutti gli sfaccendati saranno mandati a cercarsi un lavoro?
I raccomandati e i super raccomandati non saranno risparmiati?
Non metteranno alla gogna solo i poveri disgraziato della PA?
Qualcuno è veramente nulla facente, ma altri sono anche ammalati di depressione, con incompatibilità ambientali autentiche e non inventate.
Io vorrei vedere spediti a lavorare veramente, con un bel calcio nel sedere (metaforico e non fisico) gli amiconi dei politici, quelle dinastie, spesso numericamente limitate, ma arroganti e spavalde, che se ne infischiano del succedersi dei governi, delle minacce di licenziamento: loro si fanno carriere brillanti, ridendo dei proclami dei ministri di turno.
C'è un altro fatto, che pochi hanno osservato: se veramente tutti i dipendenti pubblici lavorassero con impegno, applicando leggi, decreti, circolari e direttive alla lettera il Paese si fermerebbe, più nulla funzionerebbe.

mercoledì 14 maggio 2008

Omicidio di Verona



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Nicola Tommasoni è morto dopo un como durato dal 1° Maggio sino al 5 Maggio.
E' stato aggredito perché aveva i capelli un po' lunghi e raccolti in un codino, quindi non era abbigliato in modo "decoroso": solo nella provincia italiana più conservatrice si può trovare qualcuno così antiquato che possa picchiare per le mode giovanili, per la lunghezza dei capelli.
Si cercano istigatori, tra i sostenitori del nuovo governo: si accusa la Lega, la destra e l'estrema destra, in particolare.
Invece questo episodio appare più il gesto di 5 disgraziati (così almeno li definisce il sindaco di Verona) che si "divertivano" a picchiare chi aveva qualcosa che non era degno del salotto buono della città, per gli abiti e il colore della pelle.
I 5 esprimevano con la violenza ciò che altri dicevano o borbottavano?
In realtà questi individui, proprio per la loro maniera di agire e di provocare, erano più simili ai balordi che sostenevano di combattere, senza riuscire a distinguerli dai giovani normali, dai vestiti sportivi.
Avevano già denunce penali che li avrebbero ostacolati in carriere lavorative.
Erano già predestinati, salvo cambiamenti repentini di rotta, all'emarginazione.
Il problema dell'intolleranza crescente verso chi non è "omologato" è sempre forte, ma il pericolo sta più nell'esclusione, in un classismo vetusto, zeppo di pregiudizi.
Lasciamo fuori la polemica politica.
Invece rendiamo più efficiente la repressione contro il bullismo, non con pene esemplari,
Arduino Rossi

Violenza



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La violenza negli stadi, la violenza politicizzata di gruppi di idioti che scimmiottano il passata, con simboli e gesti anche criminali pare non essere ancora terminata nell’oblio: nazisti, nostalgici, stalinisti duri e puri continuano ad urlare nelle nostre strade.
Indifferenti dei morti che certe ideologie hanno lasciato alle loro spalle, questi bravi ragazzoni, come i componenti di sette sataniche, non trovano altro gioco più divertente, per farsi notare, per sentirsi importanti, che quello di mettersi in "maschera", in giorni lontano dal carnevale.
Per certi ragazzi, non belli, non intelligenti, non creativi, non ricchi( in certi casi lo sono), molto annoiati, questo modo di atteggiarsi è l’unico sistema per sentirsi qualcuno: i poveretti potrebbero provocare tenerezza, se non fosse per i guai e le vittime, anche di pestaggi, che lasciano sulla loro strada.
Reagire e combattere la violenza è un dovere, anche per i violenti: il permissivismo che li favorisce spesso li porta a scelte ed a gesti senza rimedio pure per loro.
Punire subito chi si veste come se fossimo negli anni Trenta del Novecento dovrebbe essere un argomento sentito da tutte le forze politiche, di destra e di sinistra: è ora di archiviare certe giustificazioni, certi comportamenti, che hanno caratterizzato malamente tutto il Novecento.
Le mascherate vanno bene solo in certi periodi dell’anno o nei balli in maschera: vestirsi da "duri" per credersi dei superuomini ( non si capisce in quale settore culturale, scientifico, o sportivo che sia) è squallido oltre che pericoloso per i malcapitati che incappano in certi individui.
Arduino Rossi

Paure



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Voi non avete paura del futuro?
Io sì!
Forse inizio ad invecchiare e il mondo che ho sotto gli occhi non mi piace: non capisco la violenza che cresce, spesso gratuita, spesso senza giustificazioni.
Abbiamo un teppismo giovanile, di ragazzi che si divertono con sostanze stupefacenti, con alcool.
Ci sono gli extracomunitari non integrati e aggressivi, che fanno tanta paura.
L'inquinamento è sempre presente, ma pure il brutto avanza: abbiamo edifici e nuove costruzioni sempre più grige e tristi, talvolta circondate da sporcizia, anche siringhe ed esclusi, emarginati.
C'è qualcosa che non funziona nel nostro mondo: la povertà si trasforma in miseria nera, senza dignità, senza cultura popolare che la renda accettabile.
Quello che sta capitando è una grave crisi culturale: abbiamo perso la nostra anima di italiani simpatici, chiassosi.
Siamo sempre il Paese dal popolo analfabeta e dalla borghesia ignorante, come ci descriveva Pierpaolo Pasolini.
Ora a montare c'è un grande bisogno di sicurezza, che è legittimo, ma che sta uccidendo la speranza di un futuro di integrazione.
La sinistra estrema ha fallito ed ha pagato con il disastro elettorale, ma dentro tanta confusione, discorsi ferneticanti talvolta, uno sbandamento ideale ed ideologico, ci stavano i confusi tentativi di dare risposte all'emergenza ambientale, allo spreco del territorio, all'inserimento nella nosra società degli ultimi arrivati.
Ora queste faccende non sono neppure trattate, si punta tutto sulla sicurezza e per questo si è disposti a pagare molto, anche a tornare in dietro negli anni, nel passato nero.
Arduino Rossi

Michele Santoro e Beppe Grillo



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L'ultima trasmissione di Michele Santoro di "Anno Zero" è stata caratterizzata dalla diffusione dei discorsi di Beppe Grillo, causando polemiche e tentativi di censura.
La censura è sempre una brutta cosa, ma l'ipocrisia ancora di più: giustificare l'esclusione dalla televisione di Beppe Grillo, delle sue argomentazioni, per il linguaggio scurrile è veramente ridicolo.
Basterebbero i bit soliti, che si usano per cancellare e coprire discorsi indecenti di molte trasmissioni, per riproporre Beppe Grillo in televisione.
Scusate, ma io odio la censura, perché è un atto "criminale", perché è un comportamento stupido, perché le idee non possono essere fermate, bloccate, mai.
Invece criticare le opinioni altrui è giusto.
Sinceramente credo che l'ultima trasmissione di Michele Santoro (di quest'anno e di questa nuova legislatura probabilmente) fosse stata condotta in questo modo non casualmente: non poteva che essere di rottura.
Chi sa di essere scacciato, prima o poi, sbatte la porta prima che qualcuno lo butti fuori, magari a calci.
Si vede che è stato un uso di arma proibita proporre Beppe Grillo integrale e scatenato: è l'anti politico per eccellenza, è il nemico dell'ordine costituito in Rai e in Mediaset, è l'odiato abolizionista dell'Ordine dei Giornalisti.
Tutto questo è per affermare che tutti hanno il diritto di esprimere le proprie opinioni, ma che non tutte le idee sono una cosa buona, da "bere" come bicchieri d'acqua fresca.
Io resto sempre del parere che in molti, nel mondo della politica nazionale, nonostante il drammatico (per qualcuno) risultato elettorale, continuano a sottovalutare il potere di Internet: Beppe Grillo, ma lo stesso Michele Santoro, possono fare a meno di stampa nazionale, di televisioni, di radio.
Arduino Rossi

La lista dei ricchi d'Italia



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Visco ha fatto pubblicare le liste dei contribuenti con gli imponibili e le tasse pagate.
Il Garante sulla privacy ha negato di essere stato avvisato e di non aver mai dato consensi per esporre alla pubblica conoscenza quanto quadagnano, ufficialmente, gli italiani.
La destra parla di vendetta postuma degli sconfitti dalle elezioni, Grillo avvisa dei rischi per i ricchi nazionali: sequestri di persona, pizzo per Mafia e Camorra sarebbero facilitati, oltre alle rapine nelle ville.
Visco invece ribatte che lo fanno in tutto il mondo civile (esporre nome e redditi di chi paga le tasse, non le rapine nelle ville), ma forse non si accorge che in italia la criminalità organizzata è molto aggressiva e veramente i rischi sono tanti per chi possiede qualcosa al sole.
Inoltre ho un altro dubbio, pur non essendo un esperto di normative e di regolamenti.
Credo che esista, oltre alla privacy, il segreto d'ufficio: se un semplice impiegato fa nomi e cognomi di contribuenti rischia seri provvedimenti disciplinari.
Invece questo segreto, a quanto pare, non vale per i grandi capi: si vede che loro si sentono protetti o superiori.
Sanno bene che difficilmente avranno noie serie: basterà qualche buon avvocato che farà insabbiare tutte le querele, tutti i provvedimenti che la magistratura prenderà contro questa iniziativa.
Alla fine pure io avrei voluto vedere i reddititi di qualche mio amico o di altri conoscenti ricchi e meno ricchi, restando tranquillo, perché di ricchezze non ne ho proprio, come la maggioranza degli italiani.
Pure i grillini si sono schierati a favore del provvedimento: i ricconi non sono mai simpatici, un po' per invidia, un po' per desiderio di giustizia sociale.
Avremmo scoperto che il tale, che non fa nulla, che si muove in ferrarino sempre e si alza alla 20 per andare a letto alle 8 di mattina, paga meno tasse di noi: ci saremmo infuriati non poco.
Arduino Rossi

25 Aprile



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Il 25 aprile è appena passato, tra polemiche storiche e critiche che non vogliono calmarsi: per chi, come me, questa festa fu un tempo particolarmente sentita appare tutto triste e brutto.
La lotta per la liberazione fu presentata come splendida e senza macchie: non fu così.
Ci furono momenti tragici e orrendi: le vendette furono tante e qualche volta anche personali.
Quanti furono i fucilati dopo il 25 Aprile del 1945?
La storia non dà ancora numeri certi, ma furono parecchi, sicuramente meno di quelli dei ragazzi torturati ed uccisi dai nazisti e dai fascisti durante la Repubblica di Salò.
Sul piatto della bilancia a favore della lotta partigiana ci sono le esecuzioni di civili, la deportazione degli ebrei e degli oppositori innocenti, morti nei campi di sterminio.
Non fu tutta splendida questa liberazione, ma fu certamente necessaria, giusta e doverosa, anche con qualche errore ed eccesso.
Ora rivederla solo come qualcosa che appartiene al comunismo e solo al colore rosso è sbagliato, sia come verità storica sia come beneficio che tutte le forze politiche e sociali hanno ottenuto.
La sconfitta della dittatura e la nascita di una democrazia moderna ci ha arricchiti tutti, o quasi: se vogliamo essere cinici pure dal punto di vista economico.

Le guerre di religione



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Il temuto conflitto all'interno delle fazioni islamiche prosegue, probabilmente foraggiato dalle armi che vengono dal caro petrolio, che a sua volta cerca scontri militari per favorire le speculazioni: le guerre sono sempre state legate a fattori economici.
Gli scopi erano il bottino dei saccheggi, le forniture militari, l'allargamento degli imperi per avere più schiavi, più tasse riscosse, più sudditi da arruolare negli eserciti.
Pare che gli sciiti si stanno buttando contro il mondo intero, con il nucleare in Iran, con le milizie nel sud del'Irak ed oggi con il Libano, che improvvisamente ritorna un campo di battaglia.
Chi sta spingendo tutto questo?
C'è una regia di cinici speculatori?
Chi scommette sul caro petrolio certamente ha tanti interessi in gioco e qualcuno tra loro potrebbe manovrare per questa escalation militare, economica, che potrebbe portare crisi su crisi, problemi e complicazioni.
Quello che manca in tutto questo è una politica estera per la pace da parte di tutto l'Occidente: non si capisce che vantaggio potrebbe avere l'Anato ad allargarsi sino alle porte della Russia.
Bisognerebbe trattare con i grandi Stati non Occidentali per trovare accordi per evitare conflitti ancora più rovinosi, così da ottenere il disarmo nucleare dell' Iran, per un po' di pace nelle zone di transito del Petrolio, come il Corno d'Africa, la Palestina.
Se si riuscisse a non vedere il gigante dell'Est come ai tempi della Guerra Fredda sarebbe un'ottima e intelligente evoluzione, per iniziare a stemperare le tensioni, a soffocare i rumori di guerra: è ancora nei confronti della Cina e della potenza nucleare russa che la diplomazia potrebbe fare miracoli.
Arduino Rossi

Sciiti contro Sunniti


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Il temuto conflitto all'interno delle fazioni islamiche prosegue, probabilmente foraggiato dalle armi che vengono dal caro petrolio, che a sua volta cerca scontri militari per favorire le speculazioni: le guerre sono sempre state legate a fattori economici.
Gli scopi erano il bottino dei saccheggi, le forniture militari, l'allargamento degli imperi per avere più schiavi, più tasse riscosse, più sudditi da arruolare negli eserciti.
Pare che gli sciiti si stanno buttando contro il mondo intero, con il nucleare in Iran, con le milizie nel sud del'Irak ed oggi con il Libano, che improvvisamente ritorna un campo di battaglia.
Chi sta spingendo tutto questo?
C'è una regia di cinici speculatori?
Chi scommette sul caro petrolio certamente ha tanti interessi in gioco e qualcuno tra loro potrebbe manovrare per questa escalation militare, economica, che potrebbe portare crisi su crisi, problemi e complicazioni.
Quello che manca in tutto questo è una politica estera per la pace da parte di tutto l'Occidente: non si capisce che vantaggio potrebbe avere l'Anato ad allargarsi sino alle porte della Russia.
Bisognerebbe trattare con i grandi Stati non Occidentali per trovare accordi per evitare conflitti ancora più rovinosi, così da ottenere il disarmo nucleare dell' Iran, per un po' di pace nelle zone di transito del Petrolio, come il Corno d'Africa, la Palestina.
Se si riuscisse a non vedere il gigante dell'Est come ai tempi della Guerra Fredda sarebbe un'ottima e intelligente evoluzione, per iniziare a stemperare le tensioni, a soffocare i rumori di guerra: è ancora nei confronti della Cina e della potenza nucleare russa che la diplomazia potrebbe fare miracoli.
Arduino Rossi

Si può rinnovare il Paese



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Tutto è pronto per la battaglia, la grande guerra del centro destra, sempre più destra e meno centro, per la mancanza dell'Udc: si dovrà lavorare per le famiglie, la sicurezza e l'economia, sempre più minacciata da tempeste che si annuvolano all'orizzonte.
Ministro senza portafoglio sarà il leghista Calderoli, definito come ministro per le semplificazioni, ovvero per de legiferare, sfrondare le numerose leggi inutili, doppie o triple, contraddittorie: è una novità importante, che porterebbe a notevoli risparmi nella spesa pubblica, snellirebbe le procedure legislative e della giustizia.
Speriamo che questa funzione sia ben applicata e non ci siano intoppi in interessi parassitari, di categoria.
Pare che Berlusconi sia andato in vacanza, perché è tornato dopo due anni dalle sconfitta e la salita dell'ultimo governo Prodi: auguriamoci che si sia riposato ed abbia le idee chiare.
Intanto il Paese si scopre il più vecchio d'Europa ed è giusto intervenire subito per aiutare le famiglie con figli: non siamo più nell'epoca di dare figli alla Patria, ma il crollo demografico degli ultimi 15, 20 anni è ormai drammatico.
Questo problema era lontanissimo dalla cultura della sinistra, invece l'ecologia i nostri stupendi panorami nazionali non sono particolarmente amati a destra, o così pare: la protezione dell'ambiente, le energie alternative non sono mai entrate tra i primi punti dei programmi della Casa delle Libertà.
Io sono sia speranzoso che preoccupato: vedo avanzare la crisi petrolifera, che potrebbe trasformarsi in recessione, con gravi ripercussioni finanziarie.
Temo i condoni come la grandine e le cavallette, spero in un fisco più razionale e semplificato, in leggi che favoriscano la libera iniziativa, anche dei giovani.
Sono comunque certo che Silvio Berlusconi sappia bene che non può fallire: sono già pronti chi lo vorrebbe sostituire, proprio da destra, alleandosi con il centro dell'Udc, che questa volta sta all'opposizione.

Il nuovo Berlusconi



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Sta nascendo il nuovo governo, con polemiche per la Lega Nord, che si prende una fetta di potere, con l’intervento della Libia di Gheddafi contro Calderoni, tra proteste per ingerenza e plausi.
Corretta è stata la risposta pacata del Ministro degli Esteri, Dalema, Ministro uscente, che ha smorzato i toni, rassicurato la Lega Araba, preteso il rispetto decisionale dell’Italia, senza interventi stranieri nelle decisioni di politica interna.
E’ un fatto scandaloso, oltre che quasi ridicolo, che a protestare sia stato il figlio di un dittatore, di uno Stato implicato in passato nel terrorismo, posto tra integralismo e Occidente.
Ora i dolori arriveranno per le pensioni, che prima o poi verranno ritoccate al rialzo, per l’età, invece le tasse dovrebbero essere meno dolorose, ma l’importante che il debito pubblico non cresca ancora, per non scaricare sulle prossime generazioni i nostri errori in economia.
La sicurezza resta al primo posto tra le aspettative dei cittadini, ma è pure molto diffusa la convinzione che extracomunitario significhi solo problemi e delinquenza.
Senza riproporre vecchi stereotipi, che affermano la poca voglia di lavorare degli italiani e per questo arrivano dall’estero i lavoratori, che svolgono i mestieri che gli italiani non vogliono più fare.
Non credo che gli extracomunitari siano una risorsa: li considero delle persone e non dei "beni" da sfruttare.
Ora il nuovo governo Berlusconi, che aveva già deluso gli italiani due anni fa, pare a molti il meno peggio, l’unica alternativa a una situazione difficile: la crisi del caro petrolio continua a minacciare l’economia mondiale, compreso la disastrata Italia, che ha al suo interno molti "nodi ingarbugliati".
Riuscirà Silvio a districarsi in questo labirinto?
Lo sapremo fra cento giorni.

La fatica di fare la mamma in Italia è grande.



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Le donne italiane sono ancora lontane dal livello di istruzione delle donne svedesi, con i 17 anni di studio in media, ma le italiane sono soprattutto lontane per gli aiuti all'infanzia, come asili nido, scuole materne, scuole con orari pomeridiani.
La distanza sta ancora di più per la partecipazione dei papà alle cure dei figli, specialmente se piccoli: da noi un padre che bada ai bambini è quasi un pioniere.
Un uomo che sceglie il part-time o l'aspettativa per la prole è visto, o si considera lui stesso così, come un "mammo", ovvero un perdente, un debole, un'affemminato, uno .....sfortunato (non uso mai le parolacce, specialmente quando scrivo).
Sì, fare la mamma da noi è qualcosa di eroico: è sempre più un atto coraggioso, anche perché i tempi sono complessi e le condizioni sono meno a misura di bambino.
Non ci sono più i cortili dove far giocare i ragazzini in sicurezza, né parchi senza spacciatori, senza pedofili, o presunti tali, che avvicinano ai monelli solitari con intenti morbosi, o così pare dalle cronache giornalistiche di questi ultimi anni.
Le donne che si dedicano a questa nobile, quanto sempre più faticosa "professione" di mamma, sono sempre più meritevoli di stima: rinunciano alle carriere lavorative per il mestiere di madre.
E' sempre più difficile seguire i figlioli, a cui non si fa mancar nulla, dalla piscina al pianoforte, dal dentista migliore, da pagare con cambiali, alle vacanze studio in Inghilterra.

Gli sbagli della Giustizia



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La Giustizia inciampa e i delinquenti in via di giudizio per reati gravi, come rapine in ville o stupri di minorenni, vengono rilasciati per errori procedurali: questi intoppi tendono sempre più a svalutare la Giustizia, a spingere l’opinione pubblica verso scelte e decisioni pericolose.
Lo Stato di polizia pare l’unica risposta adeguata alla criminalità dilagante: in verità è la soluzione meno adatta, quasi peggiore del male stesso, ma in pochi se ne stanno rendendo conto.
Solo il Diritto, con le sue leggi assicura, o dovrebbe assicurare, i responsabili dei reati in carcere: le altre forme di giustizia sommaria invece lasciano liberi i colpevoli che si possono permettere protezione, porterebbero alla cattura e alla punizione di tanti capri espiatori, innocenti o quasi innocenti,.
Invece la risposta deve essere data dallo Stato che si deve rinnovare, colpire gli errori e le negligenze amministrative, burocratiche: deve semplificare le procedure e differenziare, in modo chiaro, l’errore formale dall’errore sostanziale.
Questo concetto può essere riassunto con parole più semplici: quando ed essere liberato è uno che potrebbe essere innocente, quando ad essere scarcerato è un farabutto, magari reo confesso, con prove schiaccianti.
Si potrebbe fare molto in questi casi così eclatanti di ingiustizia palese: è il compito degli organi di controllo e dei legislatori, oltre del potere esecutivo.

domenica 4 maggio 2008

Perché la benzina costa sempre di più?



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Sinceramente l'unica analisi degna ed accettabile che ho trovato, rispolverato, per cercare di capire cosa stia avvenendo è quella che risale alle due guerre mondiali, alle guerre coloniali e post coloniali: in pratica si accusavano gli interessi capitalistici, dei "biechi" speculatori, che spingevano le nazioni in conflitti e tensioni per aumentare il prezzo del carbone, dell'acciaio, del pane.
Questo modo di pensare aveva dei grossi limiti, pur restando logico e credibile: era impregnato di ideologia, i capitalisti avevano volti e nomi ben definiti, talvolta rappresentati con caricature eccessive e ridicole.
Io invece credo nella spinta degli interessi di interi popoli, non di cattivi governanti guerrafondai, che cercano guadagni rapidi e sicuri, che favoriscono date politiche economiche di controllo delle risorse del pianeta, con interventi anche militari miopi e pericolosi.
Mi spiego meglio, cercando di essere chiaro: la corsa all'approvigionamento e all'accumolo delle scorte, la ricerca di nuovi mercati per le proprie merci hanno favorito molti governi e caste di potere in tanti Stati del mondo più povero, spesso ha condotto al comando dittatori che si sono poi ribellati all'Occidente talvolta, come figli ingrati.
Non bisogna scordarsi che i signori che ci vendono il petrolio sono pure quelli che acquistano le nostre merci, tra cui armi e in qualche caso pure tecnologia nucleare. Questo discorso non è solo riferito all'Italia, ma è da considerare tipico di tutte le nazioni industrializzate.
Da una parte si commercia e dall'altra si chiede il rispetto, ipocrita, delle regole democratiche, ma questi governanti sono spesso corrotti e disprezzati dai loro popoli.
Questi tirannelli mantengono il potere con la forza, grazie alle armi che ottengono dall'Occidente, ma pure, in misura minore, dalla Russia e dalla Cina.
Tutto questo provoca contrasti che generano tensioni, che favoriscono le speculazioni sulle materie prime, sul prezzo del petrolio e sui cereali, affamando mezzo mondo.
Arduino Rossi